I risultati incassati ieri in Consiglio dei ministri lo hanno rincuorato. Il governo sta battendo la strada giusta per risanare il Paese dalla recessione. Ma, una volta portato a casa il "decreto del fare", Silvio Berlusconi non ammette tentennamenti su quella che reputa una battaglia fondamentale per uscire dalla crisi economica: l'abolizione dell'aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22%. L'ostacolo è la copertura economica che certe frange della sinistra non intendono trovare. Ma su questo punto il Cavaliere è irremovibile: "Le risorse vanno trovate".
Oltre a sbloccare i fondi per far ripartire le grandi opere e andare incontro alle piccole e medie imprese, il decreto licenziato ieri sera dal Consiglio dei ministri mette a segno una prima revisione dei poteri di Equitalia. Grazie all'intervento dei ministri del Pdl sono state decise l'impignorabilità della prima casa e una rateizzazione più leggera. Così, dopo aver stoppato il pagamento dell'Imu sulla prima casa, Berlusconi mette a segno un altro importante punto del piano economico stilato in campagna elettorale. Per l'ex premier, le misure prese ieri dal governo Letta vanno, infatti, considerate come "un grande risultato" frutto di "un fatto epocale", ovvero "la collaborazione tra destra e sinistra dopo decenni di contrasti". Collaborazione che, in una intervista a Studio Aperto, il Cavaliere ha detto chiaramente che spera possa durare. Al termine dei Consiglio dei ministri di ieri, Berlusconi si è infatti complimentato con tutti i ministri del Pdl per il "grande risultato" portato a casa. Risultato che però non fa allentare la marcatura di Berlusconi sull'esecutivo. Sul tavolo del dicastero dell'Economia ci sono due capitoli molto importanti. Capitoli che possono minare la tenuta dello stesso governo. "Gli interventi su Equitalia sono un buon inizio, adesso si deve continuare su questa strada", ha spiegato il leader del Pdl mettendo al centro dell'agenda dell'esecutivo l'abrogazione definitiva dell'Imu sulla prima abitazione e l'abolizione dell'aumento dell'aliquota Iva. Su entrambe le misure, però, ci sono forti remore da parte di un'ala dell'esecutivo. Le bordate dei ministri Fabrizio Saccomanni e Flavio Zanonato ha fatto seriamente traballare Palazzo Chgi.
"Nel governo c'è mchi rema contro", ha sbottato lo stesso Renato Brunetta puntando il dito contro chi dice che manca la copertura economica. Dopo le frenate di Saccomanni e Zanonato, anche il ministro alla Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia ha spiegato, in una intervista al Messaggero, che non bisogna "mettere in gioco la stabilità del nostro sistema economico e finanziario". Su questo punto, tuttavia, Berlusconi è stato chiaro: "Le risorse vanno trovate". Il Pdl ha già fatto i conti.
"Con il decreto che sblocca i pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese - ha spiegato il capogruppo del Pdl alla Camera in una intervista al Mattino - si libereranno almeno 40 miliardi, se non di più. Ebbene, a fronte di quei pagamenti ci saranno delle fatture, dunque avremo un gettito Iva del tutto imprevisto. Forse dalle aliquote potremo ricavare dagli 8 ai 10 miliardi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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