L’abito torna alla fantasia ma con discrezione chic

L’abito torna alla fantasia ma con discrezione chic

Quadri e corolle sgargianti, stampe floreali iperrealiste, fondali marini e geometrie anni Settanta, righe quadri pois in una furiosa moltiplicazione che nessun uomo di buonsenso potrebbe sopportare. La fantasia nella moda maschile è un argomento da prendere con le pinze e da trattare con estrema cautela. Non a caso ieri sulle passerelle di Milano Moda Uomo un nuovo soggetto, discreto e virile, si è affacciato a rasserenare gli animi. Floreale, geometrico, o a piccoli disegnini cravatteria, stampe e jacquard si propongono in versione elegante, tono su tono, spesso mimetizzati sotto doppiature di veli e reti.
«La fantasia è più importante della conoscenza» sosteneva Albert Einstein e in effetti disegni e colori comunicano meglio di qualsiasi altra cosa la personalità dell’uomo. Così la versione più credibile di una stampa bella e possibile ce l’ha regalata Italo Zucchelli, bravissimo direttore creativo di Calvin Klein Collection: un fiore di gusto californiano, quasi tono su tono, ottenuto con la tecnica della stampa a incisione. Gradevole sulle giacche, su camicie e pantaloni e perfetta per esprimere le good vibrations di un uomo che il designer ha definito «Positivo, rasserenante, rilassato: un eroe americano atletico ma mai eccessivamente muscoloso, perfetto interprete di un concetto che dalla patria dello sportswear mutua i pezzi iconici per riproporli in un'ottica quotidiana» spiegava infatti Zucchelli prima di far sfilare una squadra di uomini benvestiti con i quali ogni donna amerebbe accompagnarsi. Nessuno spazio per i colori sgargianti ma nitidi accostamenti di beige, bianchi, blu, grigi e neri. Fra i pezzi più belli, l’abito in ottoman color pietra, gli shorts con la pince, il giubbotto da moto in pelle nera con paraschiena incorporato, le stringate con strep aperte dietro come un sandalo. Maestra di stampe speciali, Consuelo Castiglioni ha proposto per l’uomo Marni forme geometriche classiche riviste in chiave psichedelica: in movimento, talvolta quasi trasparenti, smaterializzate come semplici giochi di luce le ha impresse su forme altrettanto pulite ed essenziali. Stampe di fiori in colori industriali sono state invece l’unica concessione frivola in una collezione, quella disegnata da Hamish Morrow per Dirk Bikkembergs, dedicata all’uomo che non ostenta la sua fisicità.
«Meno palestra e più testa» diceva lo stilista descrivendo lo stile di un tipo che ama i materiali tecnologici tipici dello sport declinati in pezzi sartoriali. Giacche di perfetto aplomb ma in nylon trasparente, perciò, pantaloni filiformi in tessuti maschili doppiati a contrasto, rete, alluminio spazzolato e nuovi jersey. Tutto molto energetico e vitaminico. Per la poesia bisognava vedere invece la collezione di Roberto Cavalli disegnata dal figlio Daniele, un giovane sognatore che ha fatto volare la sua fantasia sulle ali di una farfalla. E come un entomologo artista le ha fotografate, ingigantite e pixelate, per ottenerne un motivo di stampa squisitamente grafico, bellissimo nel blu pavone della farfalla vanessa che tinge la seta della nuova giacca icona. E mentre 500 farfalle provenienti da allevamenti italiani volteggiavano in una sorta di gabbia illuminata a ultravioletti e contornata da giganteschi fiori colorati su grandi videowalls, il ragazzo di casa Cavalli dimostrava che è ancora possibile riprogettare il sartoriale creando nuove, interessanti proporzioni. Sulle giacche appare una rotazione che assottiglia il punto vita, mette in risalto le spalle e disegna una nuova verticalità allungata su pantaloni asciutti e su stivaletti di pelle laminata.

Acceleratore spinto sulle fantasie anche da Roccobarocco che riprogetta i check, i flower prints, i pied de poule e i damascati tridimensionali, motivi bellissimi soprattutto quando declinati nelle raffinate composizioni di beige e di écru. Le preferite dai giovani hippy di questa nostra era digitale.

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