L’antipolitica sogna il potere della politica

Anche Beppe Grillo con il suo movimento lotta contro il sistema ma il suo obiettivo è entrarci e gestirlo al pari di tutti gli altri

L’antipolitica sogna il potere della politica

Il primo partito italiano, lo sappiamo tutti, è il partito di quelli che non andranno a votare, annulleranno il voto o voteranno scheda bianca: secondo alcuni istituti di ricerca ha ormai conquistato la maggioranza assoluta degli italiani; di certo si colloca saldamente al di sopra del 40%. Del resto, secondo l'ultima rilevazione Ispo la stima per i partiti è scesa questo mese al 4-5%: e il pasticcio in corso sul finanziamento pubblico difficilmente li aiuterà a risalire.
Quello che però non si sapeva ancora è che il terzo partito italiano, fra quelli che si presenteranno alle elezioni, è oggi il Movimento 5 stelle. Secondo un sondaggio diffuso da Swg e realizzato per conto di Agorà, il partito-movimento di Beppe Grillo raggiungerebbe il 7,2% dei consensi. Più della Lega, il cui elettorato è sconvolto dal terremoto politico-giudiziario in corso. E più di Vendola, di Di Pietro, di Casini (che però, sommando i suoi voti a quelli di Fini e Rutelli, supererebbe ancora Grillo). Secondo Europa, che gli dedicava ieri mattina l'allarmato titolo di apertura, il comico divenuto capopopolo sfiora addirittura il 10% dei consensi. Quel che è certo, è che nel Palazzo è scattato l'allarme rosso.
Il problema fondamentale che sta di fronte al Paese si riassume in un paradosso: tanto più i partiti appaiono (e sono) impresentabili, inutili, superflui, corrotti, dannosi e lontani le mille miglia dalla vita reale, tanto più abbiamo bisogno di «politica». Uso le virgolette per evitare i fischi, e per restituire alla parola il suo significato originario: organizzare e gestire al meglio gli spazi e i luoghi della vita pubblica. Siccome qualcuno lo deve pur fare, bisogna trovare il modo di sceglierlo bene.
A questo problema Grillo risponde con un «vaffa» generale da cui non si salva nulla e nessuno: e se propagandisticamente la scelta è impeccabile, e piovono gli applausi, nondimeno la questione resta aperta. Sputare sui politici non è di per sé una buona credenziale per sostituirli, e il massimalismo delle proposte spesso nasconde soltanto un'impotenza destinata a ritorcersi contro chi le sostiene.
L'antipolitica non è una novità né in Italia né ovunque si tengano libere elezioni: storicamente, anzi, è sempre stata una valvola di sfogo assai più utile alla conservazione del sistema che non al suo rovesciamento. È stato così con l'Uomo Qualunque di Giannini, negli anni '50, il cui risultato politico reale è stato il consolidamento della centralità democristiana; ed è stato così con la Lega, le cui pulsioni secessioniste e antiromane si sono poi incanalate in un disciplinato sostegno ai governi Berlusconi.
L'illusione (o l'imbroglio) dell'antipolitica sta tutto qui: nel promettere qualcosa che si sa già di non poter mantenere. La piattaforma di Grillo, che peraltro contiene molte cose sensate e che ha mobilitato nel corso degli anni molte persone in gamba e perbene, non può rispondere alla domanda di fondo: perché mai l'antipolitica del Movimento 5 stelle non dovrebbe trasformarsi, come tutte quelle che l'hanno preceduta, in una nuova, e spesso scadente, politica politicante?
Persino i Radicali, il cui ingresso in Parlamento nel '76 fu considerato uno scandalo da democristiani e comunisti, e la cui incorruttibilità è leggendaria, si sono ridotti a una rispettabile quanto inconcludente riserva indiana che manda ogni giorno in onda programmi radiofonici di indubbio interesse. Ad altri è andata peggio, ma il senso non cambia: tutti i fustigatori della Casta e dei suoi privilegi sono rapidamente diventati pezzi più o meno costosi del costosissimo carrozzone partitocratico. Alla cui autoriforma, del resto, non crede nessuno.


Grillo è figlio di questo fallimento tragico, lo sa e ne trae legittimamente consenso: non però per affossare il sistema (qualsiasi cosa significhi), ma per entrarvi e gestirne una quota al pari di tutti gli altri. Fino al prossimo arruffapopolo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica