L'«imbuto» del test blocca due terzi degli aspiranti docenti

Roma Concorsone, obiettivo raggiunto. Soltanto un candidato su tre riesce a superare il test preselettivo. Si è conclusa con il risultato, previsto e sperato dal governo, la prima giornata delle prove preselettive che, una volta superate, daranno accesso al concorso per l'immissione in ruolo di 11.542 insegnanti. Lo scopo era quello di sfoltire nel modo più economico e veloce possibile l'enorme massa di aspiranti docenti: 321.210. Molti, decisamente troppi, rispetto alle aspettative del ministero, che ha così deciso di chiudere l'accesso diretto al vero e proprio concorso creando un «imbuto» con le prove preselettive informatizzate. Quattro turni per due giornate in 2.520 aule in tutta Italia dove erano state allestite 49.000 postazioni con pc. Per superare la prova occorreva rispondere correttamente ad almeno 35 domande su 50 in 50 minuti. I candidati hanno potuto esercitarsi sui quesiti nelle settimane scorse sul sito del ministero dove è stato messo a disposizione il software con le complessive 3.500 domande divise in moduli da 50.
Nella prima giornata hanno partecipato alle prove 136.289 candidati. Soltanto 45.787, pari ad una percentuale del 33,6, sono stati ammessi alle prove successive. In molti non si sono presentati, gli iscritti erano infatti 172.248. Le performance migliori si sono registrate al nord con le percentuali più alte di ammessi: Toscana, 44; Lombardia, 41; Piemonte, 40; Liguria, 40.
Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, è soddisfatto perché il sistema «ha retto». Dal punto di vista organizzativo nessun intoppo. Segnalati problemi soltanto a Pescara dove è stato necessario ripetere una sessione a causa di un black out elettrico. La questione cruciale è però un'altra: con le prove preselettive passeranno i migliori, i più preparati? Purtroppo anche in questo caso sembra che questo concorso sia destinato a non centrare neppure uno degli intenti inizialmente dichiarati dal ministro Profumo. Il primo scopo era quello di ringiovanire la classe docenti. Ma l'età media degli iscritti è di quasi 39 anni, dunque il primo presunto obiettivo è già sicuramente fallito. Il secondo scopo del concorso avrebbe dovuto essere quello di selezionare i più preparati e motivati. La prima giornata di prove preselettive purtroppo non sembra abbia dato questo risultato. L'aggettivo che ricorre con maggiore frequenza per descrivere la situazione è «lotteria». Molti docenti che insegnano da anni e che magari sono pure già abilitati (alcuni addirittura con il concorso del '99) si sono trovati in difficoltà davanti alle domande di logica o di matematica perché assolutamente al di fuori dell'ambito delle loro materie. Paradossalmente invece ci sono candidati che non hanno mai fatto neppure un'ora di lezione e però hanno passato la prova. C'è ad esempio chi lavora nel privato e aspira semplicemente al posto pubblico sicuro o la madre che fatica a conciliare i tempi dell'ufficio con quelli dei figli e spera in una cattedra per avere orari compatibili con la famiglia.

Tanti quelli che ci hanno «provato» perché disoccupati, quasi tutti provenienti dal sud. In molti poi hanno lamentato l'assoluta mancanza di attinenza delle prove con la funzione docente.
Oggi seconda giornata di prove.

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