L’INTERVISTA EMILIO FEDE

Direttore Emilio Fede, questo outing in diretta tv...
«Ha visto? Un tassello in questa fiction l’ho messo anch’io».
Ha rivelato nell’edizione serale del Tg4 di aver conosciuto la nonna di Noemi Letizia quando da giovane gestiva un’edicola a Casoria, uno “sguub” alla Biscardi.
«Uno scoop come quelli di cui si sono riempiti i giornali in questi giorni. Con lo stesso fondamento di verità».
I casi sono due: o le voci su Noemi e Berlusconi erano vere, o lei ha raccontato panzane.
«La seconda, ovviamente. Era una provocazione nata davanti alle insistenze di alcuni sedicenti giornalisti di inchiesta a scovare il morboso, il fosco».
E quindi non ha mai invitato a ballare l’ava di Noemi in gioventù?
«Macché! Però quando ho sentito - giuro, è la verità - che si stava addirittura cercando di risalire ai rapporti del Cavaliere con la nonna di Noemi, mi sono detto: alt! Alla nonna ci penso io».
Non faccia il finto modesto, lei punterebbe un target meno attempato...
«Il discorso è un altro. Questa è la dimostrazione di come sia facile raccontare balle a cui poi certa stampa e certa tv danno credito».
Ha infranto un sogno: già stavo per chiederle che regalini comprava alla sua dolce metà. Comunque immaginarla a scaricare le copie del «Mattino» fresche di tipografia era affascinante...
«Sono i dettagli che contano, no? Guardate cos’hanno fatto per la famosa festa di compleanno! Tutti a indagare sulle sciocchezze: ma che vino avranno bevuto? Che tipo di senape si serviva? Assurdo».
Insomma, ha dato una notizia futurista, alla Cecchini...
«Una boutade - scherzosa ma non troppo - nata per irridere chi campa inventandosi gossip».
Una lezione?
«No, ma se domani (stamattina, ndr) alcuni giornali riprenderanno la notizia, sarà divertente replicare dicendo: cari Corriere e Repubblica, sorridete, siete su Scherzi a parte».
Ce l’ha con loro?
«Con loro e con gli altri giornali che hanno seguito la pruderie e l’onda.

E con quel mondo politico che ha banchettato dando prova di sciacallaggio. Tutto quel mondo alla Santoro, insomma».
Ma si è divertito di più a immaginarsi edicolante o a fingersi poeta?
«Era tutto talmente grottesco... A fregnaccia si risponde con fregnaccia».

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