
Tutta la nostra solidarietà a tutte le comunità ebraiche nel mondo e in Italia.
Parole che fanno rabbrividire: scritte nere su una saracinesca nel cuore di Roma recitano “Ebrei di m***a, bruciateli tutti”.
Un messaggio di odio e violenza che riporta la memoria collettiva ai periodi più bui della nostra storia, quando l’intolleranza e la disumanità travolsero intere comunità.
Un gesto vile, inaccettabile, che va condannato senza se e senza ma. Non si tratta solo di un atto vandalico, ma di un attentato ai valori stessi della nostra democrazia, ai principi di convivenza civile e al rispetto reciproco che sono la base della nostra società.
Negli ultimi mesi, l’Italia, come gran parte dell’Europa, sta assistendo a una preoccupante escalation di episodi di intolleranza: scritte antisemite, aggressioni, simboli nazisti ricomparsi sui muri delle città, attacchi alle forze dell’ordine e violenze ai danni di luoghi di culto o di attività commerciali di persone oneste che lavorano e che vedono distrutte le proprie attività, le proprie automobili e altri beni guadagnati con sudore, sacrificio e onestà.
La libertà di espressione, pilastro imprescindibile di ogni democrazia, non può essere confusa con l’istigazione all’odio e alla violenza. Imbrattare monumenti, incitare al rogo o alla persecuzione, distruggere attività solo perché appartenenti a determinate comunità non è libertà: è barbarie.
A tutte le comunità ebraiche in Italia e nel mondo va la nostra più profonda solidarietà, vicinanza e affetto. La memoria della Shoah, la dignità delle vittime e la libertà delle persone non possono essere oltraggiate dall’ignoranza e dal fanatismo.
Ogni cittadino, ogni istituzione, ogni mezzo di informazione deve sentirsi parte di una battaglia di civiltà: quella per la memoria, la tolleranza e la verità.
La storia ci insegna che l’indifferenza è il primo passo verso l’abisso.
Per questo non basta condannare: serve agire, educare, vigilare. L’Italia democratica non può accettare che l’antisemitismo torni a infestare le nostre città.L’odio non è un’opinione: è un crimine morale, prima ancora che giuridico.