Lampedusa, che fine hanno fatto i 26 milioni stanziati da Berlusconi?

Nel giugno 2011 il governo Berlusconi stanziò 26 milioni per la riqualificazione dell'isola e approvò la zona franca. Dove sono finiti quei soldi?

Lampedusa, che fine hanno fatto i 26 milioni stanziati da Berlusconi?

C'era una volta un piano straordinario per Lampedusa. Uno stanziamento da 26 miloni di euro approvato dal governo Berlusconi nel giugno 2011 per risollevare un'isola che aveva pagato (e continua a pagare) un prezzo altissimo in termini di immagine per le ondate di sbarchi e aveva dato (e continua a offrire) un grandissimo contributo di umanità e di accoglienza a migliaia di migranti. Lo stesso esecutivo decise anche di agevolare gli abitanti dell'isola con una sospensione del versamento di tasse e contributi fino al 30 giugno 2012 e approvare la trasformazione del Comune di Lampedusa in «zona franca urbana», un regime che prevede un regime contributivo e fiscale di favore per le piccole e micro imprese.
A queste misure, però, dai governi successivi non è stato dato seguito. Oppure, come nel caso dello stanziamento dei 26 milioni di euro, è stato il livello locale a non mettere a segno realizzazioni concrete. I riflettori su queste iniziative rimaste sospese vengono accesi da tre parlamentari di Scelta Civica - Gianfranco Librandi, Enrico Zanetti e Benedetto Della Vedova - che sulla scorta di una inchiesta realizzata tra i lampedusani dal direttore del sito «Intelligonews», Fabio Torriero, rivolgono una interpellanza urgente al governo Letta sulla vicenda «per capire come abbia intenzione di muoversi».
Perché la zona franca non è mai stata avviata e non è mai diventata operativa? «Scelta Civica - chiarisce Benedetto Della Vedova - preme affinché questi impegni non vengano elusi». «Se la zona franca viene disattesa e resta su carta - gli fa eco Zanetti - questa misura ha il sapore della beffa». A spiegarlo sono gli stessi imprenditori di Lampedusa, albergatori, pescatori e ristoratori che raccontano nell' inchiesta, la zona franca che non c'è. Con tutti i danni che ne conseguono, a partire dalla rateizzazione dei tributi, perché ora Equitalia pretende rimborsi con tanto di more. Il problema è che per dare seguito alla zona franca serve un via libera europeo che non è mai stato concesso.
Sulle stesse richieste si concentra anche Gianfranco Librandi che chiede chiarezza. «Zona franca operativa, chiarezza sui 26 milioni di euro, stanziati dal governo nel 2011, incamerati dalla Protezione Civile, per lavori che non sono mai partiti e stop alla richieste vessatorie di restituzione degli importi relativi ai tributi da rateizzare» chiede il deputato di Scelta Civica, membro della Commissione Bilancio della Camera «A Lampedusa - continua Librandi - in tanti hanno fatto passerella, promettendo di tutto. Noi di Scelta Civica, invece, verificheremo sul campo le promesse non mantenute. La zona franca per Lampedusa può essere il volano per la sua ripresa economica e produttiva».
Per quanto riguarda i 26 milioni di euro, questi erano stati stanziati dal governo Berlusconi per la riqualificazione di infrastrutture, fogne, abbellimenti e viabilità. I lavori, però, concretamente, non sono mai partiti.

Il sindaco Giusi Nicolini, in carica da un anno e mezzo, di recente ha dichiarato: «Berlusconi stanziò 26 milioni come risarcimento all'isola e noi vogliamo utilizzare quel denaro per la tutela ambientale, a cominciare dal ciclo dell'acqua». Nel frattempo, dallo stanziamento, sono trascorsi due anni e mezzo.

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