L'altroieri era mercoledì, ieri giovedì, oggi landinì, giorno della settimana dedicato non a Venere ma al segretario della Cgil e ai suoi scioperi pre-weekend. Stavolta sarà sciopero generale, duro e puro, come annunciato dallo stesso Maurizio Landini in un'intervista a Repubblica in cui snocciola cifre tragiche che qui accanto smentiamo una ad una. Certo, uno sciopera per quello in cui crede, per carità. Solo che qui di mezzo ci vanno milioni di persone che per colpa di quei numeretti capziosi oggi vivranno una giornata da incubo e disagio. Di fronte a questo caos, segnaliamo l'altra faccia della medaglia sindacale, ovvero chi rifiuta la serrata «politica e pregiudiziale», come la definisce Paolo Capone, il segretario di Ugl. E chi alla protesta preferisce la proposta, come la Cisl che domani si raduna a Roma per «migliorare la manovra e costruire un patto».
Un atteggiamento opposto alle barricate landiniane del «muoia Meloni con tutti gli italiani». Un approccio costruttivo. Non per nulla i rinnovi dei contratti nazionali portano la loro firma e non quella della Cgil. Capita. E buon landinì a tutti.