Cronache

L'artigiano-poeta della moda che componeva grafica e colori

Le creazioni di lui e Rosita hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo Uno stile senza tempo fatto di raffinatezza, filati e armonia quasi magica

Il senso della moda firmata Missoni ci è passato sotto gli occhi nel 2003 quando la famiglia ha celebrato a Milano i cinquant'anni della griffe con una memorabile sfilata. Non c'era solo la commozione a scandire i migliori anni della sua vita e le idee stilistiche più significative. C'era lo stupore degli ospiti venuti da tutto il mondo. Perché ognuno poteva toccare con mano non solo la grandezza del made in Italy che i Missoni da pionieri incarnano, ma l'immortalità della creazione quando è autentica.

Con oltre cento abiti d'archivio - dalla prima collezione presentata nel 1967 a Palazzo Pitti di Firenze alle recenti creazioni firmate dalla figlia Angela - andavano in scena le espressioni di un'arte da celebrare e da custodire. Un susseguirsi di modelli che, dal primo tailleur in maglina di lurex oro del '58 fino ai giorni nostri, scandivano uno stile potente fatto di grafica, di colore e di fluidità.

E mentre le mani si surriscaldavano negli applausi, la mente fermava un pensiero: la forza di questa moda sta nella capacità di essere atemporale. Gli abiti usciti dalle mani e dall'estro di Tai e di Rosita Missoni - celebrati da premi e riconoscimenti internazionali oltre che da mostre e retrospettive nei migliori musei del mondo - entrano negli armadi e nel cuore di quanti sanno far spazio a quella magica arte di mescolare filati e disegni, colori e spessori, in armonie sempre nuove. Tra righe, greche, scozzesi e reti, disegni africani, tweed, put together, lane cotte e maglia punto pelliccia, la cifra di Missoni sta nella sapienza artigianale, nella sperimentazione che parte dal segno tracciato su un foglio e arriva a dipingere un paesaggio lunare.

Che coppia straordinaria, dicevano tutti, stringendosi in una lode corale mentre le quinte si spalancavano sullo spettacolo di 250 operai in camice bianco applauditi dai Missoni al completo. Certo, è difficile dire chi ha fatto cosa: Tai era un artista - a partire dagli anni '70 i suoi arazzi sono esposti in gallerie d'arte - Rosita, il cui nome è stato dato anche a un fiore e a una stella, è una donna d'acciaio che non ha mai dimenticato di essere madre e nonna persino quando è stata impegnata a far marciare le collezioni o a seguire gli incredibili sviluppi della griffe in tutti i settori, home collection compresa, la sua grande passione. Dal '97, Tai e Rosita hanno affidato le redini dell'azienda - una realtà da circa 150 milioni di euro di fatturato licenze comprese - ai propri ragazzi: Angela per la direzione artistica e creativa delle collezioni donna e uomo e per la comunicazione, Vittorio per la direzione commerciale, Luca per la direzione tecnica.

Gli eventi di questo inizio 2013 con la scomparsa di Vittorio e ora la dipartita di Tai, probabilmente cambieranno la geografia dei compiti in seno alla famiglia, ma di certo non la vocazione: esprimere attraverso un gusto raffinato che si conquista la più bella clientela del mondo il senso della maglia nel terzo millennio: una poesia distillata nella quotidianità. Un concetto vincente per l'azienda di Sumirago in pieno sviluppo in tutti i settori, donna, uomo, bambino, accessori e profumi. Cresce infatti il business sui nuovi mercati, per esempio in Asia, attraverso l'espansione della rete retail e il restyling delle boutique secondo un nuovo concept. L'azienda ha anche creato il suo canale di e-commerce insieme a Yoox e dato impulso al settore casa e alla nascita di hotel, un progetto avviato nel 2005 attraverso un accordo con il Gruppo Rezidor. Building Missoni sono stati già inaugurati a Edimburgo e a Kuwait City.

Insomma la leggenda dei Missoni è destinata a evolversi e arricchirsi sotto l'egida di un totem: quel delizioso zigzagare che è il segno inconfondibile di chi ha scritto e sta scrivendo pagine indimenticabili nella storia della moda pensata e fatta in Italia.

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