L'aspirina che ci cura è una trappola per Fido

Quei pericoli in casa per gli animali domestici: 4 casi di avvelenamento su 10 dovuti alla somministrazione di farmaci adatti ad acciacchi umani

L'aspirina che ci cura è una trappola per Fido

Quando ero piccolo si usava, nelle caldi serate estive, sedersi all'aperto e, mentre i bambini aspettavano di essere cacciati a letto, gli anziani facevano due chiacchiere e si scambiavano misteriosi pacchetti, in assoluto segreto. In un pezzo di carta azzurra la nonna, riceveva, da un'altra anziana, la medicina miracolosa che aveva avuto ragione di quel dolore al ginocchio comune ad entrambe. Stessa età, stesso dolore, se aveva fatto bene a lei per quale motivo non doveva beneficiarne anche mia nonna? Il sillogismo era quasi perfetto se non che mi nonna era cardiopatica e la sua amica no. Finì ricoverata, ma lo scambio di medicine continuò inossidabile a qualunque altro ragionamento avverso.

Seguendo le statistiche, dove queste si fanno seriamente come negli Stati Uniti, nei pet (animali d'affezione) che subiscono qualche forma di avvelenamento, il 40% è causato da comuni farmaci per uso umano, soprattutto quelli di libera vendita, mentre un altro 20% è causato da intossicazione per ingestione di piante o fiori (giglio, oleandro, stella di Natale, finte palmette ecc.)

Per i farmaci, talvolta gioca un ruolo la distrazione (il classico blister di compresse lasciate sul tavolo), ma molto più di frequente è il padrone stesso che, pensando alla somiglianza degli organismi, somministra il «suo» medicinale al cane, gatto o coniglio nano. E magari lo condanna a morte. È scontato che un ruolo importante gioca anche il peso diverso tra una persona e un gatto o un piccolo cane, per cui una compressa assunta da un uomo di 80 Kg, raggiunge un picco, nel sangue, ben diverso in un cane di 20 chili o in un gatto che ne pesa quattro. Al di là di questa ovvietà, ci sono però molte molecole che, anche a dosi molto basse, possono essere addirittura letali per gli animali, in quanto il loro fegato o i loro reni non sono in grado di «smontarle» come farebbe un bambino di pari peso.

L'Aspirina è ancora uno degli analgesici più usati in campo umano: purtroppo può essere letale soprattutto nel gatto, anche a basse dosi. Tra gli antiinfiammatori-analgesici l'Ibuprofene (Brufen, Moment) e il Naprossene (Synflex) sono quelli che causano il maggior numero d'incidenti con danni gravissimi a stomaco e rene. L'Alprazolam (Xanax), il principe degli ansiolitici, può avere un comportamento bizzarro nei pet causando agitazione oppure, ad alte dosi, ipotensione e collasso. Lo Zolpidem (Stilnox) è un sonnifero molto usato in campo umano. Magari lo si lascia sul comodino o sul letto a portata di mano... e di gatto, in cui provoca agitazione e un pericoloso aumento dei battiti cardiaci.

Il Paracetamolo (Tachipirina) è un altro antipiretico e analgesico che si trova in ogni casa. Soprattutto nel gatto è in grado di causare seri danni ai globuli rossi, privando l'animale del trasporto d'ossigeno essenziale per la vita. Molti sono gli antidepressivi, di grande consumo in campo umano, pericolosi per i nostri animali, ma la Venlafaxina /Efexor), per ragioni ancora non chiarite, è particolarmente gradita al gatto.

La psoriasi è una dermatite cronica che colpisce quasi tre milioni di persone in Italia.

Tra i farmaci per uso locale, il più usato è il Calcipotriolo (Daivonex). Molto appetito dal gatto, poche leccate possono provocare un fatale innalzamento del calcio nel sangue.

Insomma, che dire... non fate come le nostre nonne.

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