Roma - Sugli esodati, «mi prendo tutta l’impopolarità di un provvedimento impopolare» ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Il problema è che almeno la metà della gatta previdenziale da pelare e i relativi costi di mantenimento li erediterà il prossimo governo. Perché l’esecutivo sembra non volersi fare carico, se non per il periodo che corrisponde alla legislatura, di quei lavoratori che sono usciti dalle aziende a seguito di un accordo, ma sono rimasti senza pensione a causa della riforma.
L’orientamento è emerso ieri al tavolo sulla previdenza tra il ministro e i segretari generali dei sindacati. Brutta notizia per le organizzazioni dei sindacati, mitigata da quella che l’aumento dell’Iva autunnale, probabilmente, non ci sarà. «Con la spending review ci siamo presi l’impegno di trovare un modo per evitare un nuovo aumento dell’Iva ad ottobre. Faremo di tutto per evitarlo. Penso che ce la faremo», ha detto il ministro allo Sviluppo Corrado Passera a Otto e mezzo. Ottimista anche sulla crescita: «Penso che ritorneremo ad avere dati non più negativi» del Pil «dalla fine di quest’anno».
Per quanto riguarda il nodo esodati, il governo ha confermato la copertura per il 2012-2013, mentre per il 2014 «ci potrebbero essere problemi» ha detto un tecnico del dicastero ai sindacati. Tradotto, oltre i 65mila esodati già individuati, non si va. Ancora più chiara Fornero. «Il vincolo delle risorse - ha affermato, dice la Cgil su twitter - non può essere messo in discussione.
Per i lavoratori che sono fuori dal decreto si vedrà». Il decreto, che è pronto e sarà varato entro il mese, non ne tiene conto.
Conferma il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: «Il governo si renda conto che chi ha fatto accordi previsti da leggi e deve essere tutelato. Spero che Fornero receda dalla sua rigidità sul vincolo delle risorse nei prossimi incontri». Insoddisfatti anche la Uil («Non c’è certezza per tutti gli interessati») e il leader della Cgil Susanna Camusso, che però esclude anche una possibile soluzione al nodo, cioè il ricorso agli ammortizzatori sociali: «Non è quella la strada».
Grana che, se non sarà risolta dal governo, ricadrà sul prossimo. Se è vero che l’Inps ha calcolato per gli anni seguenti al 2012 almeno altri 60-70mila esodati ai 5 miliardi già previsti se ne potrebbero aggiungere altri 5. Se invece dovessero avere ragione i sindacati (300 mila esodati) si arriverebbe a più di 15 miliardi.
Sul potenziale buco, per una volta, concordano sia Pd sia Pdl. «L’attuale governo lascia ai nuovi governo e Parlamento il compito di tutelare coloro per i quali si porrà il problema a partire dal 2014», avverte Giuliano Cazzola.
Analisi simile a quella di Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro ed esponente democratico. «Se andiamo avanti di questo passo c’è il rischio che si lasci in eredità al prossimo governo un problema strutturale da risolvere, costituito da lavoratori che rimarranno per lunghi anni senza stipendio, senza protezioni sociali e senza lavoro. Un po’ una replica, moltiplicata per due, di quello che accadde con lo scalone Maroni». La soluzione? «Usare i risparmi della riforma previdenziale che sono enormi. Direi esagerati». A regime più di 20 miliardi all’anno, secondo Damiano.
Ieri è anche stata anche la giornata di una parziale autocritica di Fornero sulla riforma del lavoro. «Fare una riforma nel momento peggiore della crisi non è così semplice. E sappiamo che corriamo anche il rischio di risospingere verso il nero alcune occupazioni».
In sostanza, le nuove rigidità sulla flessibilità in entrata, la stretta su contratti a termine e apprendistato, ai maggiori costi, come l’aumento dei contributi così come i paletti sulle partite Iva rischiano di creare lavoro nero. Affermazioni fatte di fronte a una platea, l’assemblea di Confcooperative che, come hanno ricordato sia Fornero sia Passera, non è mai stata ostile al governo. Il presidente Luigi Marino è sempre stato disposto ad accettare qualche penalizzazione alle imprese in cambio di più equità.
Ieri la confederazione (rappresentante di un mondo che, nonostante la crisi, ha aumentato il livello di occupazione del 13,4% ), tramite il vicepresidente Carlo Mitra, ha detto che la riforma va approvata, anche se servirebbe puntare di più sull’apprendistato. E sarebbe servito più coraggio sull’articolo 18.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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