"La sinistra fa di tutto pur di non parlare di Mps"

Il leader Pdl: "Non possono darmi del fascista, io vero amico di Israele"

Silvio Berlusconi all'inaugurazione del memoriale della shoah
Silvio Berlusconi all'inaugurazione del memoriale della shoah

«Mi si può dire tutto, ma non certo che sono un fascista». Nelle ore che seguono la polemica su Mussolini, Silvio Berlusconi ripete più volte ai suoi interlocutori di non aver detto nulla di sconveniente. Solo un ragionamento sulla tragedia della deportazione, sull'orrore delle leggi razziali e una considerazione sul fatto che Mussolini qualcosa di buon l'ha fatto, insiste nelle sue conversazioni private sottolineando di aver detto in modo chiaro e tondo che certi drammi non si devono mai più ripetere. Certo, molto probabilmente ieri non era proprio il giorno più adatto per aprire un dibattito sul fascismo, ma il Cavaliere resta convinto che si siano volute forzare le sue parole. Da sinistra, perché – è il senso del suo ragionamento – pur di togliere i riflettori dall'affare Mps farebbero qualsiasi cosa. Ma anche dal centro, dove hanno ormai capito che non ci sono margini per pescare voti dal Pd e si sono buttati sull'elettorato deluso del Pdl.
D'altra parte, insiste Berlusconi, sul punto «ho sempre avuto una posizione chiarissima». Le strette relazioni con Israele (di cui «sono amico storico») non sono certo un mistero. Come pure chi conosce il Cavaliere sa che quando dà a qualcuno del «fascista» non lo fa certo con l'intento di fare un complimento. Tutt'altro. Per non parlare della «storia della mia famiglia», ricordava ieri. In più occasioni, infatti, l'ex premier ha raccontato di quando sua madre Rosa impedì ad un ufficiale delle Ss di portare via una donna ebrea.
In attesa che si sgonfi la polemica e che i riflettori tornino su Mps e i temi economici, il Cavaliere è in attesa delle ultime rilevazioni di Alessandra Ghisleri che dovrebbero arrivare tra oggi e domani. La sensazione è che pur essendo in corsa una polarizzazione su Bersani da una parte e Berlusconi dall'altra, Monti stia cercando di insistere soprattutto sull'area moderata di centrodestra. Il Professore, infatti, avrebbe già preso tutto il possibile sul fronte centrosinistra e non gli resterebbe che concentrarsi dall'altra parte. Nel quartier generale dell'ex premier, per esempio, non è passato inosservato il cambio di passo delle ultime 48 ore nella campagna di Monti. Che ormai di sobrio non ha più quasi nulla e che in molti casi fa il verso al Cavaliere.
Sul profilo Twitter di @SenatoreMonti, per esempio, da due giorni vengono postate foto del nuovo Monti, senza loden e senza cravatta, circondato solo da giovani. Di più. C'è persino un filmato in cui il premier stringe mani una dietro l'altra, tiene in braccio un neonato e alla fine assicura di essere direttamente lui dal suo smartphone a smanettare su internet. Insomma, dal Professore sobrio a quello supergiovane.
Al di là del colore, però, il fatto che il presidente del Consiglio abbia deciso di accelerare in questo modo è certamente un segnale. Anche perché per molti versi Monti compie anche una forzatura rispetto al profilo che si è costruito con cura e pazienza in questi anni. Evidentemente, dicono nell'entourage del Cavaliere, si sta giocando il tutto per tutto. La sensazione, insomma, è che sia in atto un tentativo di accerchiamento, con il Pd e Sel che presidiano a sinistra, Casini che tiene al centro e Monti che prova a rosicchiare nell'elettorato di centrodestra.

Una manovra che non va sottovalutata anche se, dice uno dei più stretti consiglieri dell'ex premier, «il nostro elettorato questo governo e Monti lo detesta» quindi «non credo abbia molti margini». L'avversario, insomma, «per noi resta Bersani».

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