Lega, le carte dell'inchiesta Automobili, bar e gigolò: ecco tutte le spese sospette

Nel dossier vetture di lusso, diplomi comprati e un accompagnatore per la Mauro. "Se esce qualcosa è la fine". E spunta una frase di Calderoli

Lega, le carte dell'inchiesta Automobili, bar e gigolò: ecco tutte le spese sospette

Milano - Soldi, soldi, soldi. Il crepuscolo del Senatùr come un malinconico assalto alla cassa: intorno a Umberto Bossi, capo stanco e malconcio, si affollano in tanti, e tutti con un dannato bisogno di quattrini. E allungano le mani nei bilanci della Lega Nord come garzoni infedeli nella cassa della bottega. Con i soldi dei rimborsi si fa di tutto: le macchine di lusso ai figli, i diplomi per il Trota, i lavori per il terrazzo di Gemonio. Persino il gigolò per la «Rosi», la sindacalista padana cara al cuore del leader, che le intercettazioni indicano come la più decisa nel difendere i benefit della sua posizione.

Eppure sapevano bene, gli uomini e le donne vicini al cerchio magico, che il disastro incombeva. «Se questi vanno a vedere quelle che sono le spese, lui e la sua famiglia sono finiti, rischiano di non vedere più non solo un voto, ma di non avere più nulla a che spartire con la Lega, poiché si tratta di cose della famiglia, sono tutte per loro, perché le auto sono per loro, i ragazzi sono per loro, le spese sono loro, il diploma è loro, i lavori di casa sono loro, l’amico della tua tipa ce ha preso tutti quei soldi, perché cazzo li ha presi, te lo sei fatto dire?». Così diceva Nadia Dagrada, contabile della Lega, parlando col tesoriere Francesco Belsito, meno di due mesi fa. Lui che oggi si difende: «Non sono un delinquente, non è colpa mia».

LA CASSAFORTE
Dalle spese per il medico a quelle della scuola, fino alle multe pagate a Renzo Bossi. Il forziere di Belsito aperto a Roma dai pm apre nuovi capitoli di spesa per via Bellerio. C’è una cartella «the family». E ci sono assegni di un conto corrente aperto dalla Lega nella banca Aletti di Genova. L’intestazione, però, è «Umberto Bossi».

IL CAPO, LA MOGLIE E ROSI
Dice la Dagrada: «Bisogna parlare col capo, gli devi dire di parlare sinceramente con i conteggi che lo riguardano, non è la questione di far rientrare le cifre delle due lauree, il problema è il resto di annessi e connessi fra tu, tua moglie (Manuela Marrone) mi avete detto di andare avanti, io l’ho fatto, ma se lo viene a sapere il Castelli di turno che fine facciamo?». E Belsito: «Sai quanto gli ho dato l’altro giorno a Rosi Mauro? Quasi 29mila, 29.142 in franchi, vuoi che ti dica tutti gli altri di prima?»

«SI COMPRA META’ SEDE»
Dagrada: «Deve avere paura, gli devi dire che con quello girato si compra più di metà di via Bellerio (sede della Lega), se i militanti lo venissero a sapere lui deve capire il rischio che c’è (...) tu gli devi dire tua moglie, i tuoi figli ti rovineranno con i costi che hanno».

LA PALETTA DI RENZO
Si parla di una indagine insabbiata sulle frequentazioni di Renzo Bossi, che tra l’altro avrebbe guidato un’auto con luce blu e paletta della polizia: «È vero che continuano a dire ai magistrati di mettere sotto il fascicolo? Ma prima o poi il fascicolo esce, e quando esce sei rovinato! Il figlio di lui (di Bossi) che ha certe frequentazioni, altro che Cosentino! Ma appena arriva l’ordine di tirarlo fuori.... I fermi, la macchina con la paletta! Paletta e lampeggiante, ci sono le foto! Prese dalle telecamere per eccesso di velocità per giunta!». L’indagine sarebbe stata bloccata grazie all’intervento di alcuni esponenti Pd e Pdl, tra cui «Silvio». «Ma - precisa l’avvocato Niccolò Ghedini - accostare il nome di Silvio a quello di Berlusconi è supposizione irrealistica e fuori da ogni logica».

IL GIGOLO’
Dice Dagrada a Daniela Cantamessa, segretaria del Senatùr: «Io a Belsito ho detto: tu devi andare dal capo e dirgli (...) i soldi che io Balocchi (il cassiere precedente, ndr) ho dato a tua moglie, a Riccardo, Renzo, a Roberto, alla Rosi, al suo gigolò, se viene fuori qualcosa che fine fai?».

RENZO FA SPARIRE LE CARTE
Ancora Dagrada: «Hanno tanto paura per la storia della casa.. son venuti a prendere Renzo e la fidanzata tutti i faldoni da via Bellerio e li hanno portati tutti via quindi adesso ci hanno parecchia caga».

I BAR PER IL CAPO
Romolo Gasperelli e Stefano Bonet parlano degli investimenti del cassiere leghista Belsito in uno stabilimento balneare a Lavagna, poi aggiungono: «Se tu hai riferimento tipo, non so, il bar di Milano, tutti gli acquisti che ha fatto strani» «Certo, e certo ma i bar li avrà presi per conto del capo (Umberto Bossi) non per lui...».

IL CONTO DELLA SPESA
Il 26 febbraio Belsito e la Dagrada fanno l’elenco completo delle spese affrontate per la famiglia. Riassumono i carabinieri: «Ai costi di 3 lauree pagate con i soldi della Lega; ai soldi per il diploma (Renzo Bossi); ai 670mima euro per il 2011 e Nadia dice che non ha giustificativi, oltre ad altre somme ingenti per gli altri anni; alle autovetture affittate per Riccaro Bossi tra cui una Porsche; ai costi per pagare i decreti ingiuntivi di pagamento di Riccardo Bossi: alle fatture pagate per l’avvocato di Riccardo Bossi; ai 300mila euro da destinare alla scuola bosina di Varese per Manuela Marrone, che Belsito non sa come giustificare».

CASH ALLA RIZZI
Ce n’è anche per Monica Rizzi, bossiana di ferro, famosa per avere ceduto il suo seggio sicuro in Valcamonica a Renzo Bossi garantendogli così l’elezione in Consiglio regionale: «Soldi della campagna elettorale del fanciullo e del Trota? Gli davo alla Rizzi e a lei portavo cash...

La Monica visto che raccoglieva i soldi anche da altri, quelli non li ha usati per la campagna elettorale». «Come faccio a trovare della Rizzi i giustificativi, io non so neanche cosa ha pagato io gli portavo cash sia a lei, alla stronzona, lui c’era là».

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