Dalla legge elettorale alle liste civiche: i piani 2013 di Silvio

Berlusconi ormai convinto che la legislatura giungerà al termine prepara il rilancio del partito: ecco come

Dalla legge elettorale  alle liste civiche:  i piani 2013 di Silvio

Roma - «Sì, sarò ancora in campo, sono inondato di lettere di gente che me lo chiede. In fondo non vorrei, ma temo che senza la mia presenza non ci sarà un risultato positivo». Silvio Berlusconi in un colloquio con il Corriere della Sera ammette apertamente che il ruolo di padre nobile inizia a stargli stretto. E che il richiamo della politica inizia a essere forte, probabilmente irresistibile, tanto da non poter escludere un suo ruolo in prima fila nel 2013. Una prospettiva che non contempla, però, al momento, una sua candidatura alla premiership. Pur in un contesto ancora nebuloso e in costante evoluzione, l’ex premier intravede all’orizzonte la necessità di dare un seguito alla grande coalizione che attualmente governa il Paese.

Il ragionamento di Berlusconi parte dall’oggi per proiettarsi verso il domani. L’ex premier innanzitutto stempera la tentazione, presente nel suo partito, di staccare la spina al governo Monti. «Dal premier in Europa sono stati compiuti passi positivi. Ora dobbiamo avere un atteggiamento da wait and see e vedere i termini di applicazione dell’accordo. Noi abbiamo fatto di tutto per facilitare il lavoro di Monti in Europa, ad esempio approvando una riforma del lavoro sulla quale abbiamo molte riserve. Credo anche che la mia minaccia di uscire dall’euro abbia spaventato tutti compresa la Merkel, è stata utile a favorire una soluzione positiva». Un successo ascrivibile, dunque, al sistema Italia ma che consegna a Monti un viatico per arrivare fino a fine legislatura. «A questo punto è interesse di tutti finire questo percorso. È solo Bersani che vorrebbe andare a votare subito per evitare le primarie e impedire il rafforzamento di Renzi».

Berlusconi fa anche capire di non aver rinunciato all’ambizione di procedere a un profondo rinnovamento del Pdl. Ad esempio cambiando il nome ma anche facendo entrare facce nuove perché «se una parte della nomenklatura si facesse da parte non sarebbe certo un male». Sulle liste civiche il pensiero del presidente di Via dell’Umiltà è rivolto a due sole formazioni che ancora devono vedere la luce: quella di Vittorio Sgarbi e la Lista civica nazionale, sotto la supervisione di Guido Bertolaso. Un progetto, quest’ultimo, che potrebbe in qualche modo incrociarsi con quello di Luca Cordero di Montezemolo. Dunque non una moltiplicazione esponenziale di sigle ma pochi soggetti che possano andare a recuperare quei voti considerati come irrecuperabili per il Pdl. Infine la prospettiva delle alleanze in vista del 2013. Nella mente del presidente del Pdl sembra avanzare un’ipotesi di legge elettorale che premi i partiti principali e che prefiguri «un accordo di larga coalizione dove abbiano un ruolo centrale Pdl e Pd», in modo da arginare l’onda antipolitica di Grillo e Di Pietro e mettere in difficoltà chi punta a scardinare il bipolarismo come Pier Ferdinando Casini. Il ritorno sul proscenio di Berlusconi non viene commentato in maniera ufficiale da parte dei dirigenti di maggior peso del Pdl.

Al di là delle rituali schermaglie e delle differenze di posizione che esistono tra «filo» e «anti» montiani e tra ultrà berlusconiani e sostenitori di Angelino Alfano, nel partito di Via dell’Umiltà nessuno pensa davvero di poter limitare il raggio d’azione del fondatore. «L’idea che Alfano si metta di traverso rispetto a Berlusconi è una follia e può pensarla solo chi non conosce il rapporto profondo che li lega» spiega un ex ministro. Il punto, dicono diversi dirigenti del partito, è uscire dall’impasse. «Ora che il contesto complessivo si va chiarendo - spiegano - sarà più facile lavorare per riacquistare credibilità agli occhi del nostro elettorato e stabilire una linea condivisa».

Una quadratura del cerchio che verrà messa alla prova già nei prossimi appuntamenti parlamentari, a cominciare dalle audizioni che domani al Senato e mercoledì alla

Camera Monti terrà sugli esiti dell’accordo anti-speculazione raggiunto in sede Ue. Un confronto in cui apparirà subito chiaro se lo «spread» tra falchi e colombe è davvero destinato a scendere sotto la soglia di rischio.

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