Politica

Legge elettorale, Vizzini: "La seduta è rinviata esame slitta a martedì"

Il segretario Pd boccia il premio di maggioranza: "È inaccettabile per il Paese"

La commissione Affari Costituzionali del Senato non si riunirà questa sera come previsto ma direttamente martedì prossimo perchè «chi nelle forze politiche sta lavorando alla soluzione dei problemi, sta facendo un lavoro che va avanti» ma che oggi "non è ancora concluso". Lo annuncia ai giornalisti il presidente della prima commissione, Carlo Vizzini.

La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato ieri un emendamento al testo della riforma, che fissa al 42,5% la soglia minima per conquistare il premio di maggioranza, laddove una soglia non è prevista nella legge in vigore. Secondo i sondaggi nessuna lista o coalizione raggiungerebbe attualmente il tetto.

A presentare l'emendamento erano stati i senatori Vincenzo Nespoli (Pdl) e Maurizio Saia (Coesione Nazionale). A loro, nella sua riformulazione, si era associato Francesco Rutelli. Il leader dell'Api aveva commentato: "Bisogna evitare che il premio vada a Grillo".

Era fallito il tentativo di Carlo Vizzini, del Psi, che aveva proposto, in quanto presidente della Commissione, di accontonare gli emendamenti più importante, per continuare con il confronto generale. Oggi Vizzini ha sottolineato che "le forze politiche si incontreranno in giornata per trovare una intesa dopo lo strappo di ieri".

A margine dell'assemblea delle cooperative agricole a Roma, anche Pier Ferdinando Casini ha parlato di legge elettorale, sottolineando che "non mi interessano i giochini né le caselle. C'è da capire se come ci ha chiesto Napolitano e la Corte costituzionale c'è da cambiare la legge elettorale o rimanere con il porcellum. Non giriamo le carte in tavola".

Casini ha fatto riferimento alle polemiche sollevate dal Pd: "E' una cosa che se non fosse ridicola sarebbe lunare. Quello che è accaduto ieri in Senato è quello di cui si discute da 4-5 mesi", perché "sul premio di maggioranza del partito di maggioranza relativa bisogna fissare un tetto.

Vogliamo lasciare una legge elettorale che permetta a Bersani e Vendola di raggiungere il 55% con il 30% dei voti? Chi vuole questo alzi la mano, io non lo voglio".

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