Dalla legge elettorale al Colle: ecco perché il Pd vuole le elezioni

I democratici sono tentati dallo scaricare Monti in anticipo. L’obiettivo è stroncare sul nascere Grillo e piazzare Prodi o D’Alema al Quirinale

Dalla legge elettorale al Colle: ecco perché il Pd vuole le elezioni

Roma - Adesso Bersani la tentazio­ne di staccare la­spina a Monti e an­dare al voto anticipato ce l’ha ecco­me.

Far saltare il banco e andare al­l’incasso prima che sia troppo tar­di.

Una mezza idea che ha il suo fa­sci­no ma anche una ratio tutta po­litica. Perché non giocare per le elezioni anticipate, senza attende­re la fine naturale della legislatu­ra, prevista per il 2013? Il Pd di mo­tivi per voler andare alle urne subi­to ne ha a bizzeffe. Tutto taciuto, naturalmente,durante l’incontro di ieri sera con il premier; sebbene il segretario del Pd qualche mes­saggio in codice a Monti lo man­da. In pratica urla al Professore: at­tenzione che c’è disagio sociale, attenzione che sugli esodati non siamo soddisfatti, attenzione che l’Imu così com’è non ci piace, at­tenzione che stiamo più con i Co­muni che non con palazzo Chigi, attenzione che vogliamo più fon­di per il sociale.

Ma vediamo perché a Bersani conviene rompere. Innanzitutto sfrutterebbe a meraviglia la débâcle del Pdl, mai così in difficol­tà. Bersani sa che la maggioranza del Paese resta sostanzialmente di centrodestra ma attualmente i moderati hanno perso la loro ca­sa. La Lega ormai è quasi distrutta e i berlusconiani giurano di riorga­nizzarsi. Perché dar loro tempo prezioso, ai primi di risorgere dal­la­cenere e ai secondi di ricompat­tarsi con Casini e/o Montezemo­lo?

Meglio accelerare in un mo­mento favorevole.

Un altro buon motivo per svelti­re­la pratica urne è quella di stron­care sul nascere il grillismo. Più si va avanti più l’antipartitismo del comico prende piede e strappa vo­ti a destra ma anche e soprattutto a manca. In più non passa giorno che Grillo non scaraventi addosso a Bersani critiche feroci. Parma è un campanello d’allarme che a tutti, nel Pd, spacca i timpani. An­che Enrico Letta appare frastorna­to dalla new entry Federico Pizza­rotti: «Il risultato è chiaro e c’è po­co da discutere, ma è un risultato che si lega anche alla situazione di dissesto in cui si trova la città- pro­va a difendersi - bisogna però co­gliere questo segnale. Altrimenti Parma diventa l’Italia».

Ma non è finita qui. Nell’analisi del voto a nessuno è sfuggito che più che il Pd vince la sinistra radi­cale e antimontiana. E non da og­gi. L’altroieri, marzo 2010, Nichi Vendola è stato riconfermato pilo­ta­della Puglia e ha sbaragliato la si­nistra moderata. Ieri, giugno 2011, Giuliano Pisapia, alle prima­rie ha stracciato il candidato del Pd Stefano Boeri per poi strappa­re Milano al centrodestra. Oggi la storia sembra ripetersi. A Paler­mo ha vinto Leoluca Orlando del­la sinistra-sinistra/Italia dei valo­ri, contro il candidato Pd Ferran­delli; a Genova il vendoliano con il sangue blu, Marco Doria, alle pri­marie ha surclassato la piddina e sindaco uscente Marta Vincenzi e ha tagliato il traguardo in surpla­ce .

Anche a Rieti il Pd può cantare vittoria ma soltanto grazie a un vendoliano come Simone Petran­geli; idem a Taranto dove il trionfo è arrivato grazie a Ippazio Stefà­no, anche lui uomo di Sel.

Insomma, ecco perché il sorri­so di Bersani è così tirato. La sua vittoria è una vittoria di Pirro e al­l’orizzonte ci sono plumbee nubi. Un modo per spazzarle via sareb­be quindi quello di far saltare il banco il più presto possibile. Con un ulteriore vantaggio: se si andas­se al voto con questa legge eletto­rale, Bersani incasserebbe molto. Forse farebbe l’ en plein .Il«Porcel­lum » in vigore, infatti, assegna il premio di maggioranza alla coali­zione di liste collegate che rag­giunge il più alto numero di voti. E la maggioranza relativa, oggi, an­drebbe proprio al Pd.

Un vero e proprio sogno. Anche perché il prossimo Parlamento, se si votas­se domani presumibilmente colo­rato di rosso, deve eleggere il nuo­vo capo dello Stato. E due nomi fanno sognare la sinistra: Roma­no Prodi o Massimo D’Alema.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica