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Legge elettorale, in Commissione Renzi non ha la maggioranza

Agli Affari costituzionali di Montecitorio cuperliani in vantaggio. La Bindi al segretario: "Accetta eventuali emendamenti"

Legge elettorale, in Commissione Renzi non ha la maggioranza

Si stringe il cerchio attorno alla riforma della legge elettorale: il Porcellum (l'attuale sistema) è stato dichiarato incostituzionale e l'Italicum (quello proposto da Matteo Renzi) sarà formalizzato oggi in commissione Affari costituzionali alla Camera e portato in Aula il 29 gennaio.

La proposta del sindaco di Firenze piace a Forza Italia ed è stata formalmente accettata dal Partito democratico, dove ha però portato alle dimissioni da presidente di Gianni Cuperlo. Ma rischia lo stop proprio in commissione, dove i cuperliani sono in netta maggioranza rispetto ai renziani, come spiega Il Sole 24 Ore.

A sostegno del segretario Pd ci sono Maria Elena Boschi, Matteo Richetti, Luigi Famiglietti e Daniela Gasperini, che si aggiungono a Emanuele Fiano, Gianclaudio Bressa, Ettore Rosato e Francesco Sanna, tutti favorevoli all'Italicum. E poi c'è lo stesso Cuperlo insieme ai suoi fedelissimi (Alfredo D'Attorre, Barbara Pollastrini, Andrea Giorgis, Maria Gullo, Enzo Lattuca e Giuseppe Lauricella), più Pier Luigi Bersani (dimesso ieri dall'ospedale), Rosi Bindi e Marco Meloni. E se a questo si aggiunge che su 21 membri democratici in Commissione solo 9 hanno votato Renzi e 12 Cuperlo, i conti sono presto fatti: 8 a 13, dice il quotidiano di Confindustria sottolineando come il primo esame della legge potrebbe trasformarsi un un vero e proprio "Vietnam" per il Rottamatore, che potrebbe vedere la sua bozza stravolta da emendamenti proposti dai suoi stessi compagni di partito.

E Rosi Bindi già lo

avverte: "Se mezzo gruppo parlamentare dovesse firmare emendamenti per cambiare alcuni punti del testo, dovrebbe essere il segretario a prenderne atto e accettarli. Io non voglio spaccare il partito, ma nemmeno lui lo deve fare"

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