Legge di stabilità, ABC si ribellano ai tagli

A sei mesi dal voto, i partiti serrano i ranghi e cercano di riconquistare gli elettori al grido di "Abbassiamo le tasse". E adesso la legge di stabilità rischia lo stallo

Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini
Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini

Sei mesi. Questo è il tempo che hanno i partiti per serrare i ranghi e riconquistare gli elettori dopo mesi di governo tecnico. Così l'imperativo sembra essere diventato: "Abbassiamo le tasse". Con buona pace dell'alleanza ABC (Alfano-Bersani-Casini) che ha sostenuto Monti (quasi) in tutto e per tutto: ad aprile gli italiani tornano a votare e i tagli non vanno più bene.

Se il decreto salva-Italia è stato approvato in tempo record dalla nuova maggioranza, la legge di stabilità trova sulla sua strada più di un ostacolo: come possono le forze politiche appoggiare tagli e imposte che vanno a pesare sul proprio elettorato di riferimento? Ecco quindi che il Pdl si è lanciato in una campagna contro l'aumento dell'Iva e contro la retroattività delle detrazioni. "Verrà violato un patto tra Stato e cittadini. Un tradimento che noi impediremo", tuona Alfano, che domani incontrerà il premier.

Stop anche da parte di Bersani, a cui sta a cuore soprattutto la scuola. Il Pd ora va all'attacco del governo Monti al grido di "Basta tagli" e contro la sforbiciata da 700 milioni e dall'allungamento dell'orario settimanale degli insegnanti: per il segretario democratico si tratta di misure "invotabili": "Finirebbero per dare un colpo ulteriore alla qualità dell’offerta formativa". Anche il piano fiscale dovrà essere cambiato o "saremo di fronte a un problema serio" perché penalizza soprattutto i redditi più bassi. Per fare il punto, il vice segretario del Pd, Enrico Letta ha incontrato il premier e si dice fiducioso che la legge potrà essere migliorata dal Parlamento: "Abbiamo discusso con Monti di legge di stabilità e delle preoccupazioni che il Pd ha espresso su scuola che in questi anni è già stata troppo tartassata e sul fisco e per non danneggiare le fasce deboli della popolazione specie sui mutui per le prime case".

Altro partito, stessa resistenza: l'Udc di Casini si schiera contro l'aumento del'Iva (in particolare sulle cooperative sociali dove passa dal 4 al 10%), a favore di una tassazione Irpef più equa e per modificare le norme sull'Imu.

"La preoccupazione del presidente è che i saldi rimangano invariati e che gli sforzi fatti dagli italiani non vengano messi a rischio. E noi siamo d’accordo con lui", ha detto il leader dell’Udc dopo aver incontrato Monti. Il premier del resto sarebbe "aperto a modifiche su Irpef e Iva".

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