Politica

L'etica lottizzata dell'amica di Penati

Benedetta Tobagi ha stroncato con livore e acidità da zitella frustrata Virus, il nuovo programma condotto dal nostro Nicola Porro

L'etica lottizzata dell'amica di Penati

Benedetta Tobagi è una signora che porta un cognome importante, quello del padre Walter, giornalista del Corriere della Sera ucciso dalle Br nel 1980. Di lavoro non si capisce bene cosa faccia. Si picca di essere scrittrice anche se all'attivo ha solo un libro, sul padre appunto. In passato ha scribacchiato qualche cosa su La Repubblica senza peraltro lasciare traccia. Nonostante ciò le è stato consegnato un premio giornalistico con la più vaga delle motivazioni mai viste: collabora con La Repubblica scrivendo di questo Paese con sguardo etico e mai moralista. Ieri, non sul quotidiano in questione, la signora ci ha consegnato una perla di questa sua prosa stroncando con livore e acidità da zitella frustrata Virus, il nuovo programma di Raidue condotto dal nostro Nicola Porro.

La cosa sarebbe passata inosservata, come tutte le sue cose, se non fosse che da un annetto Benedetta Tobagi siede nel consiglio di amministrazione della Rai. Ma guarda la coincidenza: la tv di Stato osa mandare in prima serata un giornalista non di sinistra e la consigliera «dallo sguardo etico e mai moralista» vomita bile sulla sua azienda piccandosi pure di essere una esperta televisiva di lungo corso.

Ma mi faccia il piacere, signora Tobagi. Facciamo un po' di storia. Le ricordo che il suo sguardo sarà anche etico ma non vide le tangenti di quel furbetto-mascalzone del suo amico Penati, col quale, e grazie al quale, si candidò alle elezioni provinciali di Milano nel 2009. Fu trombata con gusto dai milanesi, inorriditi da quello che evidentemente ritennero un uso improprio di cognome glorioso. A salvarla dalla disoccupazione, guarda caso, fu lo sponsor principe di Penati, Bersani, che la infilò nel consiglio di amministrazione della Rai. Ancora una volta lo sguardo etico l'ha tradita. Non vide che si stava arruolando nell'immorale categoria dei lottizzati. Persino il compassato Sartori, editorialista del Corriere, trasecolò definendo la sua nomina una «cosa da imbecilli, nominare incompetenti alla Rai è una pensata bambinesca, cosa da capolinea».

Per concludere.

Egregia signora lottizzata, si sciacqui la bocca prima di dare giudizi su professionisti dell'informazione, si metta gli occhiali da vista, ci saluti Penati e ringrazi di vivere in un Paese dove vedove e orfane godono in politica (e non solo) di corsie preferenziali imbarazzanti.

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