Non l'ha presa bene Enrico Letta, che ha saputo solo poche settimane fa dell'incontro tra Matteo Renzi e Angela Merkel. Un summit che a molti è sembrato surreale e un modo per il sindaco di Firenze di reclamare la sua leadership nel Partito democratico.
Ma soprattutto un incontro di cui lo stesso premier era all'oscuro. O quasi. "La delicatezza di avvertirmi l’ha avuta la Merkel, Renzi me l’ha detto dopo", avrebbe raccontato ai suoi il presidente del Consiglio, come racconta Repubblica. Sarebbe stato il sindaco a chiedere un colloquio alla Cancelliera, la quale - per gentilezza - il 27 giugno, durante la cena di lavoro a Bruxelles, ha chiesto a Letta se il vertice gli avrebbe creato problemi, prendendolo alla sprovvista.
Diverso il racconto dello staff di Renzi, secondo cui si trattava di un incontro privato e non ufficiale, nato proprio su suggerimento del presidente del Consiglio. I renziani rincarano la dose. "«Ogni occasione è buona nel Pd per fare polemiche contro Renzi che da sindaco ha incontrato tanti leader compreso Obama e Netanyahu. Guarda caso la polemica si fa oggi quando si teme la sua corsa per la segreteria", dice a Repubblica Dario Nardella (Pd), secondo cui invece tra sindaco e premier "c’è spirito di squadra". Ma ne approfitta per lanciare una frecciatina alla dirigenza: "Non è che il sindaco di Firenze ha bisogno di coinvolgere il partito. Il Pd si deve concentrare su ben altro".
Ma a Roma sale la tensione. In via del Nazareno gli animi si scaldano. "Ogni paese ha un premier alla volta", commenta Stefano Fassina.
Qualcuno, come il responsabile Esteri del Pd, si augura che "in questo giro che si propone di fare, Renzi sostenga il delicatissimo lavoro di Letta e di questo governo". Da Palazzo Chigi cercano di smorzare i toni. Ma la polemica è tutt'altro che spenta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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