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"L'ho autorizzata io". Crosetto fa chiarezza su Vannaci e l'inchiesta

Il ministro chiarisce il caso, dissipando le strumentalizzazioni. "Al momento nessun provvedimento disciplinare su Vannacci", spiega. E lamenta: "Molto grave la fuga di notizie, amareggiato dalle illazioni"

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È stato il ministro della difesa, Guido Crosetto, a dare il via libera all'inchiesta formale sul generale Roberto Vannacci. A spiegarlo è stato lo stesso esponente di governo in una nota diramata proprio per fornire precisazioni sul caso dell'ex comandante della Folgore, al quale nelle scorse ore era stato assegnato un nuovo incarico. L'inchiesta sommaria sul militare - ha ricostruito Crosetto - "era stata disposta dal capo di stato maggiore dell'Esercito Pietro Serino, il 18 agosto e si è conclusa il 16 ottobre". Al termine, visti gli esiti, il medesimo capo di Stato Maggiore aveva proposto al ministro della difesa l'apertura di un'inchiesta formale "per accertare eventuali infrazioni disciplinari". E così è avvenuto. "Anche sulla base della relazione della Direzione generale del personale militare, ho accolto la sua richiesta, lo scorso 1 dicembre, nominando contestualmente l'Ufficiale inquirente, il generale Mauro D'Ubaldi", ha scritto infatt il ministro.

"Con lo stesso atto dell'1 dicembre ho individuato l'eventuale ufficiale difensore d'ufficio, qualora il generale Vannacci non intenda avvalersi di un suo difensore di fiducia e/o di un avvocato del libero foro, come pure è sua facoltà", ha aggiunto l'esponente di governo. Nel proprio comunicato sul caso, Crosetto ha utilizzato un linguaggio tecnico perché "il polverone che ogni singola notizia sul tema che riguarda la posizione del generale Vannacci, solleva, richiede, purtroppo, espressioni e formulazioni formali, come si confà a una organizzazione complessa e regolata da regole e regolamenti specifici come è la Difesa". Già in riferimento alle polemiche sul discusso libro pubblicato dal militare, del resto, la priorità manifestata da Crosetto era stata quella di salvaguardare le istituzioni da qualsiasi tipo di strumentalizzazione. Anche in questo caso, il ministro ha fornito le adeguate puntualizzazioni.

Ad esempio, il titolare della Difesa ha sottolineato che Vannacci "era stato avvicendato, e non 'rimosso', come continuano a scrivere molti organi di stampa, nonostante le mille successive precisazioni, per una esplicita decisione del capo di Stato Maggiore dell'Esercito". A Vannacci, dirigente generale della pubblica amministrazione, è stato quindi assegnato "un incarico adeguato al suo ruolo, nella sede di Roma, non essendoci, al momento, alcun provvedimento disciplinare nei suoi confronti". E qui si arriva per l'appunto all recente cronaca, con l'assegnazione del nuovo ruolo. "Con l'incarico di capo dello Stato Maggiore del Comando delle Forze operative terrestri, il generale di divisione Roberto Vannacci sarà il capo dello Staff in supporto al Comandante e al Vicecomandante del suddetto Comando", ha continuato Crosetto.

Per l'esattezza, il ministro ha anche aggiunto che Vannacci, "già la settimana scorsa, il 28 novembre, aveva ricevuto l'ordine di trasferimento e ne era stato preavvisato il 22 novembre scorso". In quella stessa data, il generale aveva chiesto una licenza "per motivi familiari", e - ha precisato Crosetto - "non oggi, come hanno scritto alcuni organi di stampa". Poi l'ulteriore puntualizzazione di disappunto: "Questa fuga di notizie mi consente di ribadire la rigorosa necessità di riservatezza dell'inchiesta, prevista tra l'altro dall'art.1050 del Testo unico dell'Ordinamento Militare, necessità indispensabile in casi come questi.

Ho trovato molto grave la fuga di notizie che ha anticipato anche il mio comunicato ufficiale e sono particolarmente amareggiato non soltanto di questo fatto, ma anche di tutte le illazioni che sono circolate da agosto ad oggi su questa vicenda".

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