Roma - Entro pochi giorni arriverà il primo decreto, con la sospensione della rata di giugno dell'Imu, le risorse che mancano per la cassa integrazione in deroga e, forse, il rifinanziamento delle missioni militari all'estero. Poi il governo dovrà aggiornare il Def. La Commissione europea si aspetta che il governo presenti il programma di stabilità aggiornato, con le compensazioni per le misure fiscali entro metà mese, ma l'esecutivo conta di farlo a fine mese.
Contemporaneamente inizierà il percorso della riforma della tassazione sulla prima casa. E, al di la delle schermaglie politiche, il governo è già al lavoro e si cominciano a intravedere delle soluzioni.
L'obiettivo è fare incontrare le esigenze dei due principali partiti della maggioranza: un maggiore criterio di proporzionalità sull'applicazione dell'imposta (richiesta del Pd) e l'eliminazione totale per la prima casa (cavallo di battaglia del Pdl). La soluzione potrebbe passare per una franchigia alta, intorno ai 700 euro, al di sotto della quale non di paga l'imposta comunale. La formula (cioè la soglia) è del Pd, ma l'effetto è quello voluto dal Pdl, perché si escluderebbe così una percentuale molto alta delle prime case. L'obiettivo è di arrivare al 95%.
Ancora da trovare la copertura. Per quanto riguarda il rinvio della rata di giugno dell'Imu, non ce n'è bisogno. Serve un anticipo di cassa, che non incide sui conti. Serviranno, per il primo decreto economico del governo Letta, 1,5 miliardi. Uno per coprire la cassa integrazione in deroga. Poi circa 500 milioni per le missioni militari all'estero.
Per la riforma complessiva è tutto da decidere. Sarà una riforma complessiva che comprenderà anche la Tares. Possibile che colpisca proporzionalmente o i redditi più alti oppure i proprietari di più immobili o di case di lusso. Ma ancora non ci sono dettagli sulla copertura. Escluso l'inasprimento dell'Imu sugli immobili commerciali, ipotizzato ieri da alcuni giornali. Semmai, le pressioni sono per attenuare l'imposta sui capannoni.
Il pressing per un intervento radicale è continuato anche ieri. L'Imu è un'imposta «strampalata e va sostenuto chi crede necessario il suo superamento», ha protestato il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, secondo il quale è assurda una imposta che «colpisce indiscriminatamente gli immobili affittati e anche gli inagibili o quelli che non producono alcun reddito».
Su un fronte più politico, il ministro agli Affari regionali Graziano Delrio ha invitato il Pdl a un maggiore «pragmatismo». In attesa del decreto, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, ha bollato la sospensione della rata di giugno come «un grande pasticcio». E il comune di Bologna ha approvato il regolamento che aumenta l' imposta.
Sull'altro fronte, il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, tiene fermo l'obiettivo di una eliminazione totale, senza limiti che riguardano il reddito, «Solo il 7,2% del gettito Imu prima casa - ha spiegato - è versato da contribuenti con reddito superiore ai 75mila euro. Nel maggio 2008 al primo consiglio dei ministri il governo Berlusconi ha cancellato l'Ici, come si era impegnato a fare durante la campagna elettorale, mantenendola per le sole case di lusso (classe catastale a1), per le ville (classe a8) e per palazzi e castelli (a9) destinati a abitazione principale. E su questa linea intende rimanere».
Ieri è iniziato l'esame del Def nell'aula del Senato ed è mancato il numero legale.
Il ministro Fabrizio Saccomanni ha spiegato che l'approvazione del documento è il primo tassello al quale seguirà l'Imu e la cassa in deroga. Nel decreto potrebbero trovare spazio anche le prime misure per l'occupazione giovanile, annunciate dal premier Letta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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