Polizia postale in cattedra. Fino ad oggi per insegnare agli insegnanti. Ma da gennaio per educare anche i genitori e allargare sempre più la fascia di protezione per gli studenti delle medie e superiori della Lombardia. Con questo proposito riparte «Web in cattedra» che ha coinvolto circa 1500 insegnanti in Lombardia e fa da apripista in Italia per colmare quel divario generazionale che vede l'82 per cento dei giovani fra gli 11 e i 24 anni assidui frequentatori della rete e un adulto su due che non sa neppure cos'è internet. Polizia postale, Ufficio scolastico lombardo, Microsoft e Osservatorio nazionale abusi psicologici hanno organizzato i nuovi corsi gratuiti per i docenti che poi trasmettono ai ragazzi tra una lezione di latino e un compito di matematica anche quali sono i rischi a cui vanno incontro postando sui social network o curiosando tra i siti. L'iniziativa ha raccolto tali consensi che l'Ufficio scolastico sta pensando di allargarla anche ai genitori. A gennaio ci sarà un primo incontro per «contare» quanti papà e mamme sono interessati. Poi coordinerà le lezioni che al momento prevedono tre pomeriggi di tre ore. Obiettivo: prevenire i fenomeni legati all'adescamento online e a tutti i rischi correlati all'utilizzo dei social network. I dati non sono infatti incoraggianti. Il 28 per cento dei ragazzi fra gli 8 i 17 anni ha dichiarato di essere stato vittima del cyberbullismo. E anche se 6 genitori su 10 parlano con i ragazzi dei rischi che corrono, secondo i dati diffusi da Microsoft appena la metà degli utenti utilizza gli aggiornamenti del software per proteggere il computer e più di un terzo di chi usa la rete non si informa affatto su come difendere i propri dati. Meno della metà usa una password non banale e più della metà ammette di avere fatto transazioni on line su siti poco attendibili. Sono questi gli adulti che «Web in cattedra» vuole raggiungere anche perché gli «attacchi» in rete come ha spiegato Carlo Iantorno di Microsoft Italia sono sempre più frequenti e mirati. È solo l'inizio se una scuola su quattro dispone di norme ufficiali contro il bullismo on line. D'altronde la prima regola per docenti - che vale anche per i genitori - è semplice ma non banale: «Cercate di tenere costantemente aggiornate le vostre competenze tecnologiche perché conoscere Internet significa anche dimostrare ai ragazzi di essere vicini al loro mondo. Un mondo che cambia. «Il fascino del trasgressivo e la sottile suggestione del messaggio provocante, sessualizzato stanno dilagando», spiega Patrizia Santovecchi, presidente dell'Osservatorio nazionale abusi psicologici dove hanno verificato che «la trasgressione non è più una caratteristica dell'età adolescenziale che si abbassa sempre più.
Ma è diventata la norma o quantomeno fa tendenza in una continua gara al rialzo. Tanto da dare la sensazione che la ricerca della propria identità si debba esprimere per forza attraverso comportamenti ostili e violenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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