Cronache

L'Italia nel Nirvana L'otto per mille a buddhisti e induisti

Non siamo più un Paese di cattolici. Il Parlamento riconosce altre due religioni: potranno aprire scuole

L'Italia nel Nirvana L'otto per mille a buddhisti e induisti

Anche in Italia oltre al sabato per gli ebrei e alla domenica per i cattolici, oltre al Natale e alla Pasqua si festeggerà, per chi vorrà, pure la Vittoria della Luce sull'Oscurità nel giorno della luna nuova d'autunno. Dopo un lungo iter più volte interrotto, l'11 dicembre scorso il Parlamento ha approvato in via definitiva le intese con l'Unione Buddhista e l'Unione induista.
Un passo importante per queste comunità religiose. Lo Stato italiano infatti per la prima volta riconosce in via istituzionale dei culti che non provengono dal ceppo giudaico cristiano, nel rispetto del principio sancito dall'articolo 8 della Costituzione che garantisce la libertà di tutte le religioni purché i loro statuti non entrino in contrasto con l'ordinamento giuridico italiano.
L'intesa comporta il riconoscimento per i ministri, i luoghi di culto e le festività religiose. Il diritto a scegliere procedure particolari per la sepoltura e ad avere aree riservate nei cimiteri. E, soprattutto, la possibilità di accedere all'8 per mille del gettito fiscale come le altre religioni riconosciute, la cattolica, la valdese, l'ebraica.
Il cammino dell'intesa è iniziato nel marzo del 2000 ed è proseguito grazie all'impegno dei senatori Lucio Malan (Pdl) e Stefano Ceccanti (Pd) oltre al vicepresidente di Palazzo Madama Vannino Chiti (Pd) e ai deputati Roberto Zaccaria (Pd) e Matteo Mecacci (Radicali-Pd).
Le comunità buddhista e induista sono una realtà in crescita nel nostro Paese e non soltanto per i flussi migratori. L'Unione Buddhista italiana è stata fondata a Milano nel 1985 e riunisce varie tradizioni: la Theravada, Mahayana Zen e Mahayana Vajrayana. I praticanti buddhisti italiani sono circa 80.000. A questi si aggiungono 20.000 più saltuari oltre ai circa 30.000 «nativi» provenienti dall'Asia. Per quanto riguarda gli induisti sono oltre 135.000. Gli immigrati di religione induista sono 119.689 ai quali si aggiungono 15.000 italiani convertiti. Solo a Roma ci sono 9.744 immigrati di fede induista.
I rappresentanti dell'Unione Buddhista e quelli dell'Unione induista, Raffaele Longo e Maria Angela Falà affiancati dal presidente emerito Swami Yogananda Giri e Franco di Maria, sottolineano l'importanza dell'intesa anche per favorire l'integrazione degli immigrati. E no solo.
Con l'intesa si apre alla possibilità di costituire liberamente scuole ed istituti di educazione nel rispetto della normativa sulla parità scolastica.
Nell'accordo si prevede anche il riconoscimenti per i ministri di culto, per i quali ci sarà un apposito elenco in modo che sia verificata la loro attestazione. I ministri potranno assistere spiritualmente i loro fedeli anche nel caso fossero ricoverati in ospedale o in case di riposo oppure detenuti in carcere. Verranno considerati validi i matrimoni celebrati con i riti di queste confessioni purchè, come avviene per il rito cattolico, l'atto venga poi trascritto nei registri di stato civile. Si rispetteranno le regole della tradizione per quanto riguarda il trattamento delle salme e la tumulazione, cercando di prevedere aree riservate nei cimiteri.
Dato poi che agli effetti tributari sia l'Unione induista e sia quella Buddhista sono equiparate agli enti aventi fine di beneficenza o di istruzione tutte le donazioni a loro favore e destinate a sostentamento dei ministri di culto e alle esigenze del culto saranno deducibili dal reddito fino all'importo di 1.

032, 91 euro.

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