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"Dura essere neri". Soumahoro frigna e accusa pure l'Italia di razzismo

In palese difficoltà per lo scandalo che ha travolto moglie e suocera, il sindacalista con gli stivali la butta in caciara: “In questo Paese pesa molto essere neri”

"Dura essere neri". Soumahoro frigna e accusa pure l'Italia di razzismo

L’addio all’alleanza Verdi-Sinistra che gli ha permesso di diventare deputato, il dossier informativo e ora le interviste per difendersi. Aboubakar Soumahoro ha rotto il silenzio stampa – durato pochissimo in realtà – per scegliere una linea difensiva da tafazzismo: l’Italia è razzista. Lo scandalo delle cooperative riguarda la moglie e la suocera, ma la colpa è di chi indaga e di chi chiede spiegazioni. Una bufera mediatica non indifferente, ma impossibile da evitare per chi come lui è stato creato da tv e giornali, con la regia di padrini doc come Zoro e Marco Damilano.

L’ultima di Soumahoro: “L’Italia è razzista”

Dopo la complicata intervista a Di Martedì – le domande di Sallusti lo hanno messo in palese difficoltà – Soumahoro ha scelto Il Riformista per attaccare quello che è diventato il suo Paese. Il sindacalista con gli stivali ha puntato il dito contro il tritacarne mediatico che lo ha coinvolto – “un processo a reti unificate” – parlando di disinformazione: “In pochi giorni sono diventato il simbolo di ogni male, di ogni cattiva condotta. Senza la capacità minima di tenere in piedi la buona informazione. Ho subìto un linciaggio. Con giornalisti che entravano nel cortile di casa, che rubavano le immagini di mio figlio”.

Come anticipato, l’ex beniamino della sinistra ha colto l’occasione per parlare di razzismo con una punta di vittimismo: “Sono diversamente abbronzato, è innegabile. In questo paese pesa molto, essere neri. Rende tutto molto più complicato, e lo sappiamo. Non lo scopriamo oggi”. Soumahoro ha ripercorso la sua vita, dalla sveglia alle 4.30 allo stipendio più basso rispetto a un bianco: “Se ti ribelli alla paga dimezzata, ti tolgono il contratto, ti ritrovi spalle al muro con il foglio di via. Se non ti ribelli, vivi in una sorta di schiavitù. E in molti casi rischi la vita, lavorando per paghe da fame senza le dotazioni di sicurezza, nei cantieri. E allora ho deciso di dedicarmi alla lotta”.

"Diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia"

Nonostante le vicende delle ultime settimane, Soumahoro ha l’obiettivo di lasciare il segno in Parlamento e ha grandi aspirazioni. Del resto si ispira a Sandro Pertini, Giuseppe Di Vittorio, Nelson Mandela e Martin Luther King, con paragoni alquanto discutibili: “Persone che hanno lottato e sofferto, conosciuto la gogna e fatto la storia. Quello che ho vissuto in questa fase, con gli attacchi personali, non è politica”.

Ciliegina sulla torta, con tanto di messaggio d'amore alla sinistra, il ritorno di fiamma dello ius soli:“La mia vicenda è sotto gli occhi di tutti. Per questo prendere coscienza è urgente, e ancor di più lavorare alle leggi di civiltà che mancano. Il diritto alla cittadinanza per chi nasce in Italia.

E creare le condizioni affinché il viaggio dall’Africa all’Italia possa svolgersi tutelando la vita umana di chi si sposta alla ricerca di una vita migliore”.

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