Lombardia a FdI: è caccia al candidato

Dopo che la Lega ha preso il Veneto, Prandini, Fidanza e Bozzetti nel toto Regione

Lombardia a FdI: è caccia al candidato
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Il risiko dei candidati governatore del centrodestra che finalmente s'incastra, fa deflagrare il dibattito nei partiti. Un po' perché tutti hanno la necessità di marcare il territorio per far digerire ai militanti le concessioni fatte agli alleati, ma soprattutto perché ora la partita si sposta sulla Lombardia e su una poltrona di governatore che per Pil e peso politico, diceva l'allora regnante Roberto Formigoni, vale più della maggior parte dei ministeri. Interni ed Esteri esclusi.

E così dopo il pieno di governatori fatto da Forza Italia e con una Lega che con il suo giovane vice segretario Alberto Stefani incassa il Veneto, ai Fratelli d'Italia dovrebbe toccare la Lombardia. Non fosse che dalla Lega si sono levati subito i distinguo. «Il candidato in Lombardia non è legato al Veneto. «Il diritto di individuarlo - ha detto Matteo Salvini rinviando la resa dei conti - sarà riconosciuto al partito con il maggior peso elettorale». Più ruvido il segretario lombardo e presidente dei senatori Massimiliano Romeo: «Quando arriverà il 2028 sceglieremo insieme il candidato migliore, quello che saprà parlare ai lombardi e vincere. Ma, lo ripeto, sarà un candidato della Lega». Parole che provocano l'immediata reazione di Carlo Maccari, il suo omologo alla guida di FdI. «Non vedo niente di scandaloso nel principio che il partito più rappresentativo indichi il candidato - ha replicato - È un criterio di buon senso e di democrazia: non credo che il segretario della Lega in Lombardia vorrà smentire quanto deciso dai leader nazionali».

Detto questo, la parte più intrigante è il toto nomi già partito da tempo. Perché, quello che sembra ormai certo, è che la legislatura non arriverà alla scadenza naturale del 2028: per concedere ad Attilio Fontana un seggio in Senato dove proseguire la battaglia sull'autonomia, sarà necessario inserirlo nelle liste delle elezioni politiche e, in caso di successo, concedergli la possibilità di esercitare l'opzione per Roma. Causando già nel 2027 un elettrizzante ingorgo elettorale per i milanesi chiamati comunali, regionali e politiche. Concedendo così ai partiti la possibilità di un ampio ventaglio di candidature che accontenteranno un buon numero di postulanti.

Oggi l'aspirante governatore più papabile è il presidente di Coldiretti Ettore Prandini che gode di buon curriculum, amplissimo bacino elettorale e ottimi rapporti con Giorgia Meloni. «Escluso, in famiglia abbiamo già dato», dice qualcuno in casa, non si sa se con convinzione o per scaramanzia. Ma altrettanti, anzi forse ancor migliori e ben più storici rapporti con Meloni ha ovviamente Carlo Fidanza che ha fatto ottima palestra all'europarlamento. E, forse proprio per questo, potrebbe essere pronto per un posto nel prossimo governo.

In quel caso a entrare in gioco sarebbe Giovanni Bozzetti, messo dal presidente del Senato Ignazio La Russa alla presidenza di Fondazione Fiera: per timonare una nave complessa, ma forse anche per cominciare una lunga campagna elettorale che lo potrebbe far meglio conoscere agli elettori lombardi. Sullo sfondo i nomi dei rettori Ferruccio Resta e Giovanna Iannantuoni, forse più adatti a una candidatura a sindaco di Milano.

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