Lombardia, stipendi tagliati E i grillini fuggono dall'aula

Decisa la riduzione per i compensi dei consiglieri regionali, ma i 5 Stelle lasciano la commissione e non votano la legge

Lombardia, stipendi tagliati E i grillini fuggono dall'aula

MilanoUn disegno di legge che, alla voce costi della politica, potrebbe far della Lombardia la Regione più virtuosa d'Italia se anche l'aula voterà il drastico taglio che porta la somma tra stipendi e rimborsi dei consiglieri regionali a 7.550 euro al mese. Suddivisi tra i 4.760 euro lordi (3.550 netti) dell'indennità di funzione e i 4.200 del rimborso forfettario che annulla le altre voci come «diaria», «missioni» e «trasporto». Perché fino a oggi, a differenza di un qualsiasi altro lavoratore, i vertici della Regione avevano a disposizione un'auto blu per andarli a prendere e riportare a casa, ma anche i semplici «peones» incassavano un cospicuo rimborso chilometrico solo per il fatto di recarsi sul posto di lavoro. Senza contare lo scandalo degli scontrini presentati in aggiunta e che nella precedente legislatura hanno visto rimborsi per banchetti di nozze della figlia, cartucce da caccia, tavolate sfamate con tagliate d'aragosta, iPad a mezze dozzine e iPhone, soggiorni alle terme e perfino il libro Mignottocrazia di Paolo Guzzanti. Con i consiglieri indagati per peculato.

Privilegi ormai insopportabili e cancellati dal gruppo di lavoro del consiglio appositamente creato per ridisegnare le «buste paga» e che ieri ha concluso il progetto di legge che ora dovrà essere sottoposto al voto dell'aula già convocata per il 18 giugno. Tutti d'accordo i partiti, fuorché i grillini del Movimento 5 Stelle che non soddisfatti del risultato hanno abbandonato per protesta la commissione. «Un risparmio complessivo del 50 per cento - ha annunciato il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo (Pdl) - e che tra spese dei gruppi e stipendi dei consiglieri arriva a 13,9 milioni di euro». Con stipendi che passano da 8.500 euro lordi mensili a 6.300 (3.550 netti). I costi per il personale dei gruppi consiliari verranno tagliate del 55,5 per cento (da 9 milioni a 4 annuali), mentre per il funzionamento è previsto un taglio dell'86,48 per cento (da 3 milioni e 700mila euro a 500mila). Con le spese totali che passeranno quindi dai 27 milioni di euro dello scorso anno a poco più di 13.

Una bella mannaia che porta il costo di funzionamento del consiglio regionale a 1,30 euro all'anno, il più basso del Paese nonostante da amministrare ci sia una potenza economica come la Lombardia che con 10 milioni di abitanti e la produzione del 22 per cento del Pil di tutta l'Italia è una delle quattro regioni più importanti d'Europa. E così appare uno scandalo che un consigliere regionale della Basilicata per governare appena 500mila abitanti incassi ancora 11.100 euro, mentre 13.800 vanno al presidente. Stessi importi per la Calabria, per la Campania, per il Veneto.

Mentre in Lombardia già si pensa di mettere mano al costo di assessori e governatore e soprattutto di far calare la mannaia anche sui super stipendi dei manager pubblici. E sono già stati aboliti la diaria, i vitalizi e l'indennità di fine mandato.

Tutti privilegi che hanno costretto ieri l'aula a votare una variazione di bilancio da 15 milioni euro per restituire i contributi versati e gli oneri di fine mandato ai consiglieri mandati a casa con l'ultima tornata elettorale. Una montagna di soldi, ma sarà l'ultima volta. Almeno in Lombardia.

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