Delirio della Salis sul matrimonio di Bezos: "È una lotta di classe"

Ilaria Salis si è unita ideologicamente ai manifestanti che a Venezia stanno protestando contro il matrimonio di Jeff Bezos

Delirio della Salis sul matrimonio di Bezos: "È una lotta di classe"
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Le proteste contro il matrimonio di Jeff Bezos rischiano di screditare il mondo dell'attivismo, perché sono pretestuose e utili solamente a dare visibilità a chi le realizza. Ed è ancora più paradossale che sia stato creato il gruppo "No Space for Bezos" per manifestare contro le nozze, che stanno lasciando nel tessuto economico di Venezia svariati milioni di euro. Ilaria Salis poteva mai non supportare questa lotta inutile? La risposta è implicita e ancora una volta sembra che l'eurodeputata non sia ancora entrata nell'ottica di essere una rappresentante istituzionale e non un'esponente dei centri sociali.

"Bezos, patron di Amazon, è uno degli uomini più ricchi del mondo. Oscenamente ricco, detentore di una fortuna che una persona comune fatica persino a immaginare. Uno dei più potenti oligarchi all’immonda corte di Trump", scrive Salis, che definisce Bezos come "oscenamente ricco", lasciando emergere un certo disprezzo per la ricchezza. "Credeva di poter affittare l’intero centro storico di Venezia per sé e per i suoi amichetti milionari, trasformandolo nella sua personale Disneyland", prosegue Salis, secondo la quale "credeva di potersi comprare tutto e tutti, dando per scontato che, in cambio di qualche briciola, chiunque fosse pronto a servirlo". Definire i milioni di euro che Bezos sta facendo arrivare a Venezia con questo matrimonio "qualche briciola" è quanto meno riduttivo, soprattutto perché il patron di Amazon con queste nozze offre alla città anche una incomparabile vetrina pubblicitaria per il turismo d'oltreoceano. E sì, è vero che Venezia è famosa in tutto il mondo, ma è altrettanto vero che la risonanza pubblicitaria, soprattutto di questo tipo, non è mai troppa.

L'europarlamentare sostiene che "gli abitanti, opponendosi anche agli interessi di chi vive di rendita sul turismo di lusso — e così facendo uccide la città — si sono mobilitati per dire no", generalizzando e lasciando credere che tutti i cittadini fossero contrari. Ma la verità è un'altra, come facilmente comprensibile, e sostenere che il turismo di lusso uccida la città in senso assoluto non è corretto, perché porta valore e spinge gli investimenti per la riqualificazione.

E non è comunque un weekend a incidere sullo stato di Venezia. "È una lotta di classe contro la super élite capitalistica. Una battaglia culturale per affermare che il comune viene prima del privato, che gli interessi del popolo devono prevalere su quelli dei padroni", scrive Salis direttamente dal mondo comunista sovietico del 1912. "Non il turismo, ma queste lotte sono il miglior investimento per una vita migliore", conclude Salis, che però come sempre non fornisce alternative ma solo pareri contrari.

"Il turismo 'mordi e fuggi' non vi piace perché è così volgare signora mia, meglio stare nelle nostre belle ville a Pantelleria; il turismo ricco che si apparta e lascia tanti soldi ai territori e a chi lavora, no.

Quanto siete snob con lo stipendio degli altri", è il commento caustico Anna Paola Concia, ex deputata del Partito democratico, che in poche parole ha spiegato bene il mondo dei "no", di quelli che hanno sempre un motivo per protestare. Che in questo caso vorrebbero anche disporre del portafoglio degli altri.

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