"Una lotta impari". Ora il Pd cerca scuse per il flop elettorale

Se la vittoria in alcuni Comuni era un test nazionale, la sconfitta di oggi per il Pd "riguarda solo le Marche". E intanto il partito del Nazareno implora un'alleanza elettorale

"Una lotta impari". Ora il Pd cerca scuse per il flop elettorale
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Il centrosinitra o, se vogliamo, il campo largo zoppo, sono stato bocciati senza soluzione d'appello alla prima tornata elettorale di questo autunno. Nel weekend appena trascorso sono stati chiamati alle urne gli elettori di Marche e Valle d'Aosta ed entrambi hanno fornito lo stesso verdetto, escludendo Pd e compagni dal governo regionale. Nelle Marche si assiste a una "erosione del voto del M5s che potrebbe calare di due punti percentuali" rispetto a 5 anni fa, spiega Lorenzo Pregliasco di YouTrend. C'è amarezza per Matteo Ricci e per il Pd nelle Marche, dove Elly Schlein sembrava convinta di poter chiudere la partita con una vittoria.

Eppure oggi lo stesso Ricci sembra cercare giustificazioni per la sconfitta, sostenendo che "le forze in campo erano del tutto sbilanciate: per ogni manifesto nostro ce n'erano dieci degli altri. Tante risorse, tanto potere nazionale, tanto potere regionale, la maggior parte del potere nei comuni. È stata davvero una lotta impari". Questo nonostante lui sia stato per lungo tempo sindaco del capoluogo regionale. E per dar valore a questa affermazione, e trovare così ulteriori scuse per il flop, in conferenza ha dichiarato che "La mia vera avversaria probabilmente era Meloni, non Acquaroli. Lo hanno capito tutti e anche nei manifesti era così", in un tentativo ulteriore di deresponsabilizzarsi per la sconfitta. "Ricevere un avviso di garanzia in piena campagna elettorale ovviamente mi ha colpito profondamente. Mi ha colpito profondamente la strumentalizzazione che c'è stata per almeno un mese sui media, in particolar modo dell'altra parte politica", ha aggiunto durante la conferenza stampa chiamata quando il risultato si è delineato con certezza. "Bisogna sempre aver rispetto per il lavoro che fa la magistratura, un po' meno per coloro che l'hanno strumentalizzata", ha aggiunto, nonostante il centrodestra non abbia fatto con lui ciò che il centrosinistra ha fatto con gli esponenti del centrodestra, quando questi sono stati colpiti dal medesimo provvedimento.

"Si deve andare avanti con convinzione sulla strada della coalizione di centrosinistra, l'unica che può consentire al centrosinistra di tornare a governare", ha detto oggi il responsabile Organizzazione del Pd, Igor Taruffi, confermando che le opposizioni al governo nazionale hanno come unico obiettivo quello di riconquistare il potere e per farlo sono pronti a stipulare patti elettorali che, come visto in passato, sono destinati a regalare all'Italia periodi di grande incertezza governativa. Ed è forse anche questa visione a giustificare il flop elettorale, l'ennesimo, per il Pd e il centrosinistra, costretto a inseguire e costruire liste comuni ma senza punti di contatto con gli alleati, se non quello di voler mandare a casa la destra, come già dichiarato. "Ai cittadini marchigiani abbiamo offerto una seria proposta alternativa per realizzare un cambiamento. Dobbiamo prendere atto che questa proposta non ha convinto la maggioranza dei votanti", ha dichiarato Giuseppe Conte dopo la sconfitta.

"Il Pd radicalizzato di Elly Schlein esce sconfitto dal voto nelle Marche. Gli elettori non hanno neppure premiato il M5S, a conferma che una vasta area elettorale ha respinto il centrosinistra ormai solo di lotta e non più di governo", è l'analisi di Daniela Ruffino di Azione.

Oggi che il centrosinistra ha perso, dal Partito democratico si affrettano a dire che questo è stato un voto "che riguarda le Marche e non il resto del Paese". Una lettura diametralmente opposta a quanto accaduto solo pochi mesi fa, quando la vittoria in alcuni Comuni era stata presentata come l'antipasto di una vittoria nazionale in caso di elezioni anticipate.

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