Un Grillo versione Marine Le Pen, la destra populista che in Francia vola nei consensi. Il leader, piombato al Senato per raddrizzare il timone del gruppo M5S in subbuglio, li ha istruiti: «Siamo populisti veri, parliamo alla pancia della gente, non dobbiamo mica vergognarci - è il colloquio riportato dal Fatto -. Se andiamo verso una deriva a sinistra siamo rovinati». Fiuto da vecchio domatore di palchi, ma anche analisi, calcolo, e lettura di sondaggi. Quelli che danno il M5S in calo di 4-5 punti rispetto alle politiche di febbraio (tutte le amministrative, dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige, sono state disastrose per Grillo), e poi i flussi analizzati da Demopolis, secondo cui il M5S negli ultimi mesi sta succhiando più voti a destra che a sinistra, invertendo la tendenza fotografata dopo il boom elettorale.
Tasselli di un puzzle ricomposto dal comico-leader, gran rabdomante del voto di pancia. Grillo è convinto che per il suo M5S in crisi d'identità ci sia più terra di conquista destra che non a sinistra, dove Renzi ha ricompattato le truppe, tutte già sistemate sul carro del vincitore. Invece il caos nell'area di centrodestra - con le scosse nel Pdl, i guai giudiziari di Berlusconi, l'implosione del centro montian-montezemoliano, l'autodistruzione del movimento anti tasse e anti Stato di Giannino e Boldrin, le divisioni nella galassia ex An, la vasta area dell'astensionismo più diffusa lì che a sinistra - ha aperto ampi varchi dove incuneare i Cinque Stelle e recuperare punti preziosi.
Se l'elettorato si conquista, il problema resta l'allineamento con i suoi parlamentari, perlopiù di estrazione tra la sinistra ambientalista e quella ex dipietrista. Invece per Beppe Grillo (e anche per Casaleggio), ex nemico della tecnologia (i computer distrutti a teatro) e anti europeista viscerale, cavalcare temi di destra non è innaturale affatto. Si è anzi scritto - forse favoleggiato - di una simpatia del giovane Grillo per il Msi («fin da tempi non sospetti, cioè dagli anni '80, gira voce, mai smentita, che Grillo avesse frequentato il Fronte della Gioventù di Genova» ha raccontato a Linkiesta lo storico ex missino milanese Roberto Jonghi Lavarini). Militanza ritrovata nella stagione di Mani Pulite con la caccia ai «ladri del Psi» («Quello è uno di noi» dicevano allora i missini), colpevoli della suo allontanamento dalla Rai. Mentre per Gianroberto Casaleggio, fresco relatore a Cernobbio, tra imprenditori e «poteri forti», non servono retroscena storici: figurava nel 2004 tra i candidati di una lista civica vicina a Forza Italia.
Un movimento anti-partiti, che spesso però strizza l'occhio a destra. Il frontale con il gruppo M5S è arrivato sull'emendamento - presentato da due senatori grillini - per l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, duramente sconfessato nel giro di poche ore, sul blog, da un comunicato congiunto del tandem di comando Grillo-Casaleggio: «Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico nel giro di qualche ora». Anche qui confortati dai sondaggi, come quello di Eurobarometro: l'80% degli italiani vuole più controlli sugli ingressi di clandestini, altro che abolire il reato.
In sintonia con quella «pancia della gente» anche su un altro tema, tradizionalmente più di casa a destra che a sinistra, il no ad amnistie e indulti. «L'amnistia una soluzione che non risolve nulla - ha tuonato Grillo, in attacco a Napolitano -. La maggior parte di chi verrà scarcerato in pochi mesi tornerà in galera, ruberà ancora, minaccerà ancora, si macchierà degli stessi reati. Il richiamo per i delinquenti degli altri Paesi diventerà una sirena irresistibile!» urla Grillo-Le Pen.
La campagna, poi, contro l'euro e l'Ue, quella contro la Merkel, quelle - usate in nei comizi nel profondo nord - contro Equitalia, il Fisco che «divora i cittadini, peggio dell'Urss»... Fate spazio a destra, c'è anche Grillo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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