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L'ultimo camoscio bianco ucciso dalla stupidità

Abbattuto per sbaglio: i cacciatori avevano deciso di proteggerlo. Poi è arrivato il solito disinformato

Dice una vecchia massima, ripresa da Asimov nell'introduzione di uno dei suoi famosi libri di fantascienza, che «contro la stupidità neanche gli dei possono nulla». Si trattasse solo di stupidità, ma qui siamo alla crassa ignoranza ben condita con sapienti dosi di vigliaccheria. L'episodio del camoscio bianco che abitava i boschi dell'Alto Vallese (Svizzera) mi ricorda molto da vicino quello che accadde nel bolognese. Un cacciatore riuscì a sparare a una rara aquila del Bonelli e a ucciderla, mentre si era temporaneamente abbassata, nel suo volo, per ghermire una preda. La preda ambita invece divenne lei e il cacciatore, tutto trionfante per avere catturato un animale raro, la portò sul cofano della macchina nella piazza del suo paese, come usano fare i cacciatori, in modo macabro, con cinghiali, daini ecc. Dopo pochi giorni le autorità dell'amministrazione regionale ritennero opportuno consegnare un premio a chi era riuscito, con sagacia e passione, a inseguire per tanto tempo il volatile e ad assicurarlo al museo del capoluogo di provincia. Ignoro quale sarà la sorte del camoscio bianco svizzero, ma non posso ignorare che, dall'episodio dell'aquila ad oggi sono passare circa quarant'anni e allora la legislazione era completamente diversa da quella odierna (mentre la stupidità umana è peggiorata). Oggi l'uccisione di un'aquila del Bonelli farebbe discutere tutto il paese e rappresenterebbe un reato penale che, se trovasse un magistrato con appena un po' di attributi, comporterebbe una sanzione di quelle esemplari. Purtroppo non può essere così nel caso del camoscio bianco che era diventato un po' la star nella regione di Termerwald/Klana, vicino alla cittadina di Brig, in Svizzera.
Era da qualche anno che i valligiani avevano avvistato questo raro esemplare di camoscio albino e la sua fama aveva richiamato anche molti turisti che, macchine fotografiche e cineprese alla mano, passeggiavano sui tortuosi tratturi della valle in ceca di un'immagine da portare a casa e da fare vedere a figli e nipoti. C'era addirittura anche un «gentleman agreament» tra cacciatori del posto. Per quanto il camoscio sia una specie cacciabile, avevano deciso di lasciare in pace questo esemplare che peraltro aveva già i suoi problemi di salute. Come è noto infatti gli animali albini, così come capita nell'uomo, non vedono bene alla luce del sole, che ne ferisce i delicati occhi e sono comunque molto più fragili a livello di vari organi. Tutti ricorderanno gli orsi albini e i tanti altri rari animali bianchi che la natura ogni tanto fa nascere, per misteriosi leggi della genetica. Animali in qualche modo splendidi per la loro rarità che destano la meraviglia e la sorpresa delle persone ma, troppo spesso, molto sfortunati quanto a lunghezza della vita che risulta più breve rispetto ai consimili «normali». Oltre tutto una macchia bianca nel bosco è una facile preda per i fucili moderni e così i cacciatori del posto avevano deciso di lasciare in vita il camoscio bianco. Chi conosce i cacciatori seri sa che hanno un loro codice d'onore. Purtroppo, nel mucchio, il vigliacco si nasconde sempre.

Il camoscio bianco è caduto sotto il facile tiro di un vigliacco. «Un'azione del tutto legale - spiegano i guardia-caccia della zona - ma altrettanto incomprensibile». Del tutto comprensibile invece, per chi conosce l'uomo.

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