RomaMangiavano tanto, e in tanti, anche quelli dell'Udc di Casini. In senso letterale (119mila euro spesi in ristoranti dai sei consiglieri Udc), sia per altre vie. Come le associazioni culturali, foraggiate con grande generosità sia dallo stesso Udc che dal Pdl in Regione Lazio, pescando a piene mani negli abbondanti fondi dei gruppi consiliari. Ma soprattutto dalla stessa Giunta regionale, composta anche dal partito di Casini. L'incrocio di finanziamenti ed interessi raggiunge il capogruppo centrista in Lazio (la stessa persona che firma il rendiconto sui soldi del gruppo Udc), ovvero l'ex rutelliano Francesco Carducci Artenisio, gentiluomo di Sua Santità, e poi il segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa (con il figlio Matteo). Il punto di contatto è l'associazione I Borghi Srl, fondata nel giugno 2004 da Cesa, Carducci Artenisio e Gian Marco innocenti, già vicepresidente dell'Atac in quota Margherita. L'attività principale dell'associazione «I Borghi» è gestire l'Auditorium vaticano a Roma, ristrutturato dall'associazione in cambio della concessione esclusiva degli spazi fino al 2017. Impegni onerosi che richiedono finanziamenti importanti. Che sono regolarmente arrivati. Prima dall'Arcus, società pubblica che dipende dal ministero dei Beni culturali, che nel 2005-2006, quando l'Udc è al governo, mette a disposizione di I Borghi 1,2 milioni di euro. Poi arriva la Regione Lazio a sostenere la causa. Inizia la giunta Marrazzo, che eroga dal 2006 al 2009 circa un milione e mezzo di euro. Quindi ecco il centrodestra nel 2010, con l'Udc guidato da Carducci Artenisio nella maggioranza di governo, e i finanziamenti che riprendono. Nel luglio 2011 la Regione Lazio assegna quasi 500mila euro a I Borghi Srl per poter usare l'Auditorium. Nel 2012 il contratto si rinnova, per due anni, e fanno altri 847mila euro a favore dell'associazione. Da cui, per trasparenza, il capogruppo Udc si è dimesso. Ma il suo segretario Lorenzo Cesa no, dividendo le quote della società col figlio. Come non bastassero, anche il Pdl di Fiorito, in Lazio, chiede spazi a I Borghi. E ovviamente li paga (12mila euro).
Eppure, nelle parole dei leader Udc, non c'è neppure un accenno a quest'uso (discutibile) dei fondi pubblici. Anzi, Cesa applaude alle dimissioni della Polverini perché, dice, «la situazione si era resa insostenibile». Casini parla dello «schifo emerso» nell'uso dei soldi regionali, riferendosi al Pdl. Nessun riferimento invece ai finanziamenti partiti dalla Regione Lazio verso la società di Cesa e figlio. Va ricordato poi che l'Udc ha un suo componente, il consigliere Raffaele D'Ambrosio, nell'Ufficio di presidenza regionale, ovvero l'organismo che ha deliberato gli aumenti dei fondi ai gruppi regionali. Soldi che il gruppo dell'Udc non ha mai rifiutato. Sono stati 887.400 euro, nel 2011, anche se il dato viene contestato dall'Idv in consiglio regionale, accusato di aver preso di più (1,2 milioni) pura avendo un consigliere in meno. «Noi abbiamo rendicontato anche il contributo per il rapporto eletto-elettore, forse loro si sono dimenticati» accusa il capogruppo dipietrista Maruccio. Comunque, quasi un milione di euro per i sei consiglieri Udc in Regione Lazio, spesi praticamente tutti, tranne un avanzino di 12mila euro.
Spesi come? Il bilancio del gruppo è generico, come per tutti gli altri gruppi. Ci sono le voci, ma non le causali di spesa specifiche. Ci sono 150mila euro di «compensi collaboratori», 81mila euro di incontri e convegni, 295mila euro di «Diffusione attività del Gruppo, stampa manifesti», 10mila euro di «spese di locomozione», 14mila euro di «spese telefoniche», i suddetti 119mila euro per «alberghi, ristoranti, bar», e poi un misterioso «Spese varie» che è la terza voce per grandezza: 145mila euro. Di che spese si tratta? Chissà. Bisognerebbe chiederlo ai consiglieri Udc in Regione Lazio. Tra cui c'è Pietro Sbardella, figlio di Vittorio Sbardella, ex Dc detto «Lo Squalo», signore della Roma politica della Prima Repubblica. O Roberto Carlino, immobiliarista («Non vendo sogni ma solide realtà»), messo dall'Udc alla presidenza della commissione Ambiente. Sono in sei ma hanno dodici incarichi.
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