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La maledizione delle vacanze e il doppiopesismo sinistro: i politici possono fare ferie?

I politici possono andare in vacanza a Ferragosto? Per la sinistra no. Ma è la stessa sinistra che aveva attaccato Polillo per aver chiesto di non fare le ferie

La maledizione delle vacanze e il doppiopesismo sinistro: i politici possono fare ferie?

Ferie sì o ferie no? Come ogni dibattito che quotidianamente infiamma il Belpaese, la risposta cambia a seconda di chi pone il problema. Così se il sottosegretario dell'Economia Gianfranco Polillo invita i lavoratori a fare una settimana in meno di ferie per incrementare il pil italiano, allora i sindacati, le associazioni di categoria e i consumatori gli saltano al collo, gli affibbiano i peggiori insulti e lo mettono alla berlina sui social network. Se invece è Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl a Montecitorio, ad avvertire il governo di non giocare con le ferie dei parlamentari, sono gli stessi che fino a qualche ora prima inneggiavano al "diritto ad andare in vacanza" a gridare allo scandalo e a fargli pelo e contro pelo sui social network. E perché mai? I politici non hanno diritto alle ferie? Non sono lavoratori come tutti gli altri?

La notizia è stata data ieri sera dall'agenzia Dire e, nel giro di poche ore, ha aperto un accesissimo dibattito. "Io ve lo dico: se ci volete far stare qui fino al 12-13 di agosto, sono problemi vostri... io ci starò, perché tanto ho le vacanze a due ore da qui, ma non ci sarà nessun altro. A quel punto ve la dovrete trovare voi una maggioranza: in bocca al lupo...", avrebbe spiegato Cicchitto ieri sera lasciando l'aula di Montecitorio dopo l'intervento del presidente del Consiglio Mario Monti. Secondo la ricostruzione dell'agenzia stampa, prima del voto di fiducia, il capogruppo del Pdl alla Camera avrebbe incrociato il ministro per i Rapporti con il parlamento Piero Giarda intento a discutere il calendario dei lavori con il vicepresidente dei deputati pidiellini Simone Baldelli. A quel punto Cicchitto li avrebbe interrotti intimando al ministro di non chiedere ai deputati un forcing lavorativo fino alla vigilia di Ferragosto. "Sto proprio parlando con lui del calendario...", avrebbe replicato Giarda.

Repubblica e L'Unità vanno subito all'attacco. "Ferie ad agosto o è ferie" arriva a titolare il quotidiano di Ezio Mauro. Le parole dell'esponente del Pdl vengono ribattezzate come "la perla di Cicchitto". Fioccano gli insulti, gli sfottò e le accuse. Un clima da anticasta imperante. Gli stessi che a fine giugno avevano letteralmente assalito il sottosegretario Polillo perché aveva proposto esattamente il contrario (leggi l'articolo). Bisogna fare a capirsi: ferie sì o ferie no? Perché la "regola" non può essere ad personam. "Ogni giorno un uomo si alza e sa che dovrà fare del suo meglio per portare avanti il Paese - si legge su Twitter - quell'uomo non è Cicchitto". E ancora: "Il mare preferito di Cicchitto è il Mar ciume", "Cicchitto, il tuo lamento non è esatto: sì sacre sono le ferie tue d'agosto, che puoi restarci e non tornare affatto" e "Finché esisteranno le porcate di Cicchitto esisterà il berlusconismo". E chi più ne ha, più ne metta.

Perché tutta questa indignazione? Perché tutta questa acredine contro Cicchitto, la stessa acredine che era stata lanciata addosso a Polillo quando aveva chiesto uno sforzo rinunciando a una settimana di ferie? Va subito detto che Cicchitto non ha detto (come invece vuole la vulgata della sinistra) che non sarà in Aula perché se ne va al mare. Ha detto l'esatto contrario e lo ha detto "scherzosamente": ha detto che lui ci sarà, ma che c'è il rischio che alla Camera vi sia la sovrapposizione di "un numero straripante" di decreti che "rischiano di intasare i lavori parlamentari in luglio, agosto e settembre".

Ma la gogna è scattata subito. Una sola domanda: dove sono finiti i sindacati? perché 'sta volta non difendono il diritto dei politici ad andare in vacanza?

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