Abbiamo l'impressione che la crisi si sia estesa dall'economia ai cervelli umani. In questi giorni stiamo assistendo a fenomeni di incoerenza da lasciarci basiti. Citiamo alcuni episodi esemplificativi. Il presidente del Consiglio ha avuto recentemente l'idea folgorante di fare in modo, giocando sulle trattenute fiscali, che nelle buste paga di coloro i quali hanno uno stipendio netto inferiore a 1.500 euro, dalla fine del mese appena iniziato vi siano 80 euro in più. Se escludiamo una esigua minoranza che ha arricciato il naso, tutti hanno applaudito al provvedimento, giudicandolo provvidenziale: servirà a incentivare i consumi e a fare star meglio tante famiglie.
Diciamo pure che 80 euro mensili non risolveranno il problema sopravvivenza della gente meno fortunata, ma sono pur sempre meglio di niente. Su questo immagino sia difficile non essere d'accordo. È pur vero che Matteo Renzi è stato indotto, per recuperare la cosiddetta copertura finanziaria della nuova legge, non solo a tagliare la spesa di qua e di là, ma anche ad aumentare qualche tassa. Ovvio, se mi tolgo un euro dalla tasca per darlo a te, bisogna pure che - per quadrare i conti - ne trovi uno altrove. È la contabilità della serva. Se la diamo per buona, e intendiamo confermare gli applausi al baby premier, non comprendiamo perché a suo tempo, quando Silvio Berlusconi introdusse la social card, che consentiva agli indigenti di utilizzare 40 euro al mese per riempire il carrello del supermercato (e di ottenere altresì uno sconto sulle bollette), venne sonoramente fischiato e dileggiato, quasi che avesse osato sfottere i poveri elargendo loro una misera mancia.
Se mancia era quella del Cavaliere, mancia è anche questa che Renzi si accinge a sborsare. E qui salta fuori il famoso doppiopesismo, quanto di più irritante ci sia per chi preferisca ragionare seguendo la logica. Perché se una cosa la fanno i signori di sinistra è ottima e, viceversa, se la stessa cosa la fanno quelli di destra è una nefandezza? Qualora un'anima pia riuscisse a spiegarcelo, gliene saremmo grati.
A proposito di doppiopesismo, c'è un altro aspetto della realtà che ci ha colpiti. Venerdì la televisione ha mandato in onda un servizio raggelante in cui si mostravano le forze dell'ordine spagnole impegnate a respingere gli immigrati. I quali si arrampicavano su una rete metallica, cercando di entrare in territorio iberico. Coloro i quali ce la facevano, bene, erano accolti. Coloro che si attardavano a scavalcarla venivano ributtati indietro dagli agenti con l'uso di bastoni o di un liquido micidiale al peperoncino. Un metodo barbarico, tale da suscitare disgusto. Che, se fosse adottato da noi italiani per frenare l'invasione degli extracomunitari, scatenerebbe una campagna internazionale - in (...)
(...) particolare europea - finalizzata a dipingerci come un popolo cinico e crudele, indegno di rimanere nella Ue.
Non vi sono dubbi: i nostri comportamenti sono sempre deplorati, anche se spendiamo un monte di denaro per raccattare in mare gommoni stracolmi di disperati, salvo poi non disporre di hotel a 5 stelle dove ospitare chi rischiava di naufragare: centinaia, che dico, migliaia di persone. Domanda: perché i nostri respingimenti (ormai sospesi per decreto), concordati con la Libia, erano crudeli, pertanto da proibirsi, mentre quelli spagnoli sono tollerati dalla Comunità europea?
E veniamo alla nota più dolente. Il fatto è stato già raccontato. Anni fa un giovane, Federico Aldrovandi, fu fermato dalla polizia in maniera che definire brusca è una presa in giro, tant'è che egli morì. Infarto? Asfissia? Non crediamo molto alle autopsie. Gli agenti, processati, hanno subìto una condanna relativamente mite: secondo i giudici, non volevano uccidere. Le reazioni alla sentenza sono state di due tipi: la madre del ragazzo e una quota di opinione pubblica si sono indignate e hanno protestato; la categoria dei poliziotti, durante un'assemblea sindacale, ha applaudito i colleghi per solidarietà. E giù polemiche asperrime.
A noi le violenze, più o meno volontarie, fanno orrore. Pertanto questa vicenda non la digeriamo. Tuttavia, segnaliamo che la polizia ogni dì affronta vari delinquenti, mascalzoni, teppisti e similari. È picchiata da chiunque in piazza, allo stadio, per strada. Moltissimi agenti vengono feriti, addirittura uccisi, quasi sempre sputacchiati, aggrediti dai No Tav e dalle masse di dimostranti. Inoltre sono malpagati e disprezzati. Se hanno un incidente con l'auto di servizio, devono pagare i danni, compresa la riparazione delle vetture.
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