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Mantovano convoca a Palazzo Chigi il tavolo Ilva

Mentre il presidente Bernabè chiede al governo ulteriori risorse, i sindacati dichiarano lo sciopero

Mantovano convoca a Palazzo Chigi il tavolo Ilva

Il governo ha convocato il tavolo Ilva direttamente a Palazzo Chigi. La lettera è firmata da Nicola Guerzoni, per conto del sottosegretario Mantovano, e l’incontro è fissato per mercoledì 27 settembre alle ore 13.

Al tavolo la Presidenza del Consiglio ha convocato solo Fim, Fiom, Uilm e Ugl, a dimostrazione della serietà dell'incontro, a differenza delle inutili riunioni ministeriali allargate a enti locali e sigle varie cui si piegavano governi precedenti trasformando la vertenza in un suk.

Questa convocazione arriva dopo che Fim, Fiom e Uilm nei giorni scorsi avevano scritto direttamente al presidente Giorgia Meloni, chiedendo un incontro rispetto alla crisi aggravata del siderurgico: “Il mancato impegno all’avvio dei lavori di rifacimento di Afo5 a Taranto e il ciclo di vita in esaurimento degli altri impianti, consegnano il siderurgico di Taranto e il gruppo ad un inevitabile spegnimento”. Al momento infatti l’azienda, nonostante le paventate promesse di aumento della produzione, a fine anno non supererà i 3 milioni e mezzo di tonnellate di acciaio, nonostante una capacità di 8 milioni di tonnellate. E la situazione non può che peggiorare dato che entro il 2024 due altoforni arriveranno a fine vita, e non è ancora partito il riavvio di afo5, promesso da Invitalia nel 2020 al cospetto dei sindacati e del governo Conte. L’unico impianto, da 4 milioni di tonnellate, che potrebbe garantire il ciclo integrale per i prossimi dieci anni, insieme al ritorno a lavoro dei 5 mila dipendenti attualmente in cassa integrazione tra Acciaierie d’Italia e Amministrazione Straordinaria.

Questa mattina il presidente Franco Bernabè è tornato a chiedere al governo un contributo economico: "La situazione dell’ex Ilva è grave. Lo sa la premier Meloni, lo sanno i ministri Fitto e Urso. Senza investimenti non c’è futuro” ha detto im manager pubblicoIl governo ha varato un provvedimento importante il 10 agosto, garantendo la continuità produttiva, ma servono altri passi. Bisogna garantire la sopravvivenza: le acciaierie non possono finanziarsi, non possono acquistare le materie prime, sussiste una forte sofferenza per i bassi livelli produttivi. Ripeto: l’urgenza è mettere subito a disposizione risorse”. La richiesta non è stata presa bene dalla Uilm, il sindacato più rappresentato in fabbrica: "Purtroppo, in questi anni, dal suo ingresso nel CDA nel 2021, non ha minimamente ascoltato il grido di dolore che più volte i lavoratori hanno lanciato e non ha ascoltato nemmeno le nostre forti decisioni nel non sottoscrivere la cassa integrazione per oltre 3mila lavoratori e nell’organizzare numerosi scioperi e proteste" ha scritto Rocco Palombella, segretario della Uilm, in una lettera indirizzata a Bernabè: "Inoltre, forse, non si è reso conto che nessuno dei programmi, progetti o intendimenti che ha dichiarato in questi anni si è mai concretizzato. Questo non riguarda solo Taranto ma anche Cornigliano, Novi Ligure, Marghera".

Palombella a chiedere le dimissioni di Bernabè: "La prego, eviti ancora una volta di far bruciare risorse allo Stato senza una reale soluzione industriale ed occupazionale. Io, invece, mi farei portatore di un altro messaggio: chiederei allo Stato di utilizzare quelle cospicue risorse per risarcire tutti i lavoratori per il danno che stanno subendo e che subiranno nei prossimi anni". Nei giorni scorsi era stata a Taranto Elly Schlein, dicendo che la linea del Pd per Ilva è la decarbonizzazione. Soluzione campata in aria, come si nota in questi giorni. Se infatti già oggi, che Ilva utilizza per le accierie gas afo di riciclo dagli altoforni, non riesce a pagare Eni e Snam, come potrebbe mai finanziarsi ed essere economicamente autonoma e sostebibile, se dovesse alimentarsi interamente a gas come dice il segretario del Pd?

"La politica si sciacqua la bocca con la parola decarbonizzazione. È un percorso che doveva essere già iniziato in base all'accordo del 2018, ma non è stato fatto praticamente nulla. La situazione è disastrosa e continuando così porteranno alla morte lo stabilimento" le ha risposto Palombella. I tre sindacati hanno disertato il dibattito previsto alla Festa dell'Unità di Taranto con il Pd "hanno fatto bene a non presentarsi- ha detto Palombella- Come fanno i colleghi a presentarsi durante le feste di fronte a una situazione così drammatica?Non si devono illudere le persone e discutere di cose che non esistono, polemizzando tra maggioranza e opposizione". Il segretario della Uilm ha ricordato che "L'accordo del 2018 doveva essere ormai alla fase fimale, i lavoratori di Ilva in As dovevano rientrare, ci doveva essere la decarbonizzazione e ci do- veva essere la fine del sequestro dello stabilimento e noi ci troviamo invece in questa situazione con 3mila lavoratori sociali in Cig, con 1700 lavoratori di Ilva in As senza futuro, con problemi di liquidità perle imprese. Ci sono poi le difficoltà legate al prezzo dell'energia con il pagamento delle bollette procrastinato in una situazione dove il mercato dell'acciaio continua comunque ad avere dei segni positivi".

Dubbi ben conosciuti dal governo Meloni, che sta affrontando il dossier direttamente al tavolo di Palazzo Chigi e del ministro Fitto. E alle polemiche del Pd oggi risponde l'onorevole di Fratelli d'Italia Dario Iaia: "fanno finta di non ricordare la portata del disastro provocato dal Governo del Pd e del M5S. Hanno promesso la chiusura dello stabilimento, condotto la fabbrica all’agonia, e oggi però, si presentano come i salvatori della patria non avendone i titoli". Iaia ha ricordato che il governo Meloni ha già impegnato per Ilva oltre 600 milioni di euro che hanno consentito all’azienda di andare avanti in un momento di particolare difficoltà e che anche oggi la questione è sul tavolo del Governo per essere affrontata e risolta "come sa bene il presidente Bernabè, le cui parole ci hanno meravigliato" ha detto l'onorevole di Fratelli d'Italia "Bernabè, ricoprendo il ruolo di presidente di Acciaierie d’Italia da diversi anni, conosce molto bene i disastri causati in passato e sa altrettanto bene quale sia l’impegno oggi del Governo Meloni per salvaguardare il lavoro, tutelando al contempo l’ambiente e la salute dei cittadini e dei lavoratori.

" Appuntamento il 27 a palazzo Chigi, e il giorno dopo sciopero in tutti gli stabilimenti Ilva.

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