
Date un ufficio a Matteo Ricci. E la Provincia di Pesaro non ha perso tempo, a luglio dello scorso anno, per soddisfare la richiesta dell’Europarlamentare dem e prossimo candidato alla presidenza delle Marche. Concedendogli per cinque anni una bella sala con fregio e mosaico romani al prezzo di un chilo di ciliege: 6,5 euro al giorno. Altro che enti inutili. Inoltre la “Sala Mosaici”, solo per Ricci, è aperta 24 ore su 24, sette giorni su sette, fregandosene dei ristretti orari da ufficio pubblico della Provincia. Con in più una sorta di “servitù di passaggio” per andare in bagno, visto che il locale “concesso” al dem ne è sprovvisto. Anche Ricci, un anno fa, non perse tempo per annunciare l’apertura del suo ufficio, dandone notizia via social 24 ore prima del via libera sulla regolarità tecnica e contabile, e inaugurandolo il giorno stesso della determina di approvazione: non aveva dubbi sull’esito. D’altra parte la Provincia, oltre a concedere quello spazio prestigioso per 200 euro mensili al politico Pd, rimarca “rilevanza pubblica” e “interesse per la cittadinanza” nel concedere quello spazio (pubblico) al politico per un suo privato interesse, anche se a Ricci sarebbe bastato affittare un locale sul libero mercato.
A rispolverare la vicenda, che odora un po’ di affittopoli vecchia maniera e un po’ di danno erariale, è stato il sindaco di Mombaroccio e coordinatore provinciale di Base Popolare, Emanuele Petrucci. Che, chiamata la Provincia per organizzare un convegno sulla sanità, si era visto negare la sala: l’orario non era compatibile con quello degli uffici. Così Petrucci si è ricordato di quei post di Ricci ed è andato a spulciare decreti presidenziali e determinazioni che avevano portato ad approvare la richiesta. “Scoprendo una serie di difformità – spiega il sindaco al Giornale – di ‘dimenticanze’, di omissioni, di citazioni e rimandi ai regolamenti vaghi e privi di riscontri. Quanto basta per pensare che lì qualcosa non torna”.
Il canone, per cominciare.
“Che è solo un ‘contributo alle spese di gestione’, anche se un regolamento provinciale prevede, obbligatoriamente, anche il pagamento di un corrispettivo. Che, stando ai dati dell’osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle entrate, dovrebbe essere almeno di 5.760 euro l’anno. E poi, la concessione delle sale provinciali dovrebbe rispettare gli orari degli uffici, non essere H24. E non potrebbe essere accordata se il richiedente è una persona fisica. Ma a quanto pare niente ha fermato il via libera alla richiesta di Ricci. Che, per la verità, aveva chiesto un locale in affitto, non in concessione”
Qualcuno è stato più realista del re, forzando una concessione che peraltro, regolamenti alla mano, non si poteva fare?
“Così pare. E alla fine Ricci per una bella sala paga meno della metà di quanto gli costerebbe l’affitto di un locale in centro, e sottrae uno spazio pubblico alla cittadinanza”.
Per quanto di non grande entità, potrebbe configurarsi un danno erariale.
“Sono quasi 30mila euro per la durata
del mandato. Ed è per questo che, se la Provincia non revocherà quella determina, e se Ricci non pagherà per l’anno in cui ha occupato la sala i 5.760 euro di corrispettivo, denuncerò tutto all’Anac e alla Corte dei Conti”.