Marmi, affreschi e design Ecco la sede di Forza Italia

Il battesimo ufficiale in piazza San Lorenzo in Lucina è atteso a giorni. Sveliamo i segreti e il risiko degli uffici dei dirigenti. Al Cavaliere una suite da cento metri

Marmi, affreschi e design Ecco la sede di Forza Italia

Roma - Forza Italia sarà un «partito presidenzialista», così si è deciso lunedì ad Arcore, in una riunione che ha disegnato gli assetti della nuova Forza Italia. La sede è pronta. Il Salone degli specchi, 150 metri quadri di marmi, stucchi, lampadari di cristallo, soffitti affrescati o a cassettoni d'epoca, (in arrivo) un tavolo da riunione per 36 persone, lusso o quasi sfarzo per l'ambiente più grande del palazzo tutelato dalle Belle Arti, in piazza San Lorenzo in Lucina, nel quadrilatero esclusivo della Roma storica. L'altro ambiente in ordine di grandezza, dopo il secondo salone adiacente all'altro (si possono unire, nel caso di vertici nazionali), ça va sans dire è l'ufficio destinato al Capo, Silvio Berlusconi. «Ufficio» è riduttivo. Una megasuite, un appartamento di 100 metri quadri, con rifiniture di pregio, colonne stile classico, in attesa degli arredi scelti dal Cavaliere - firmati Nardini, su consiglio di una persona di fiducia nel partito - un mix di antiquariato (passione dell'ex premier, noto per i blitz nelle botteghe di via dei Coronari) e design moderno, gamma tra giallo oro e nero (come i completi dell'ultimo look berlusconiano): un grande divano di oltre quattro metri, una console settecentesca, una grande scrivania, tappeti e quadri antichi.
Mentre la ditta di traslochi si affanna tra pacchi e scatoloni, in arrivo dalla sede di via dell'Umiltà in via di dismissione, la nuova sede del Pdl-Forza Italia attende il battesimo ufficiale, atteso a giorni. Le targhe e le bandiere arriveranno, ma quali? «Attenzione che il contratto di affitto lo paga il Pdl, lì c'è scritto che la sede è del Pdl, non di Forza Italia. Se poi il Pdl si scioglie per diventare Forza Italia o cambia nome questo è un altro discorso» avverte il tesoriere (ex An) del Pdl, Maurizio Bianconi. «Le vede le tre aste che svettano dal balcone sulla piazza? Lì andrà la bandiera di Forza Italia, insieme a quella dell'Europa e dell'Italia» ribatte invece l'onorevole Ignazio Abrignani, nelle vesti di broker immobiliare del partito, perché Verdini ha assegnato a lui il compito di trovare la nuova sede. Una decina gli immobili visitati da marzo, due presi seriamente in considerazione - uno a Piazza Venezia, l'altro in via Tomacelli (dove sta il Pd, e dove stava il Manifesto) - prima di essere ammaliati dal primo piano a San Lorenzo in Lucina, che già ospitò il Divo Giulio (Andreotti), ma anche il leghista Calderoli (il suo ministero delle Riforme) e prima ancora l'Unire, ente ministeriale, ramo razze equine.
Visto, affittato, dopo i sopralluoghi e l'ok ad Abrignani dei due coordinatori dell'operazione immobiliare, Denis Verdini e Daniela Santanchè. Dal canone di 2,8 milioni di euro l'anno per i 5.000 metri quadri di Via Dell'Umiltà, anonimi e poco funzionali perché dislocati su cinque piani, ai 720mila euro l'anno per 3mila metri quadri più prestigiosi e luminosi, cui si è aggiunto da ultimo, per farci stare tutto, persone e esigenze di status, anche il terzo piano, destinato all'amministrazione, altri 800 metri quadri e altri 240mila euro l'anno d'affitto. Totale: 960mila euro contro quasi il triplo della sede precedente. «Noi la spending review l'abbiamo fatta sul serio», si autoincensano nel Pdl. L'altra fatica, dopo l'individuazione dell'immobile, è stata sulla dislocazione dei pezzi da novanta del partito. Quanti metri quadrati spettano ad un coordinatore? E quanti al segretario? E ad un ministro? Terrazzati o con piante di ficus? La logistica, capitolo delicatissimo, è stata seguita direttamente da Santanchè e Verdini, «su mandato del presidente», non senza frizioni con chi ha dovuto cedere centimetri quadrati del proprio ego. E dunque, chi ce l'ha più grande l'ufficio, dopo Berlusconi? Per pochissimo, pare la spunti Alfano, il segretario. Quindi, a pari merito, vengono gli altri capi: Verdini, Santanchè, Bondi (è suo il grande terrazzo sulla piazza), Capezzone, i dirigenti dei dipartimenti (Abrignani, la Calabria, Crimi, Gregorio Fontana, Palmieri e altri). Niente ai ministri senza incarichi di partito.

Tutti gli altri in uffici ricavati con pareti divisorie, di fatto una sorta di open space.
Usciti dal portone, con doppia conciergerie, lo show room di Louis Vuitton e le borse di Bottega Veneta. Un'altra novità elettrizzante per le pidielline più fashion addicted.

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