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Maroni va in Sardegna ma non è il benvenuto: «Ci scrocca l'ormeggio»

Maroni va in Sardegna ma non è il benvenuto: «Ci scrocca l'ormeggio»

Una passeggiata sul lungo mare di Piombino, persino una tappa alla Coop, ma è anche vero che nella rossa toscana vallo a trovare un supermercato diverso, e poi eccolo imbarcato alla volta della Sardegna. Roberto Maroni va in vacanza. Lo hanno avvistato domenica scorsa con due figure femminili, una era bionda, forse la moglie. Prima in centro, poi sul traghetto, destinazione Porto Corallo, pronto a godersi la sua passione per la vela e il meritato riposo dopo mesi da pugile fra la Lega da ricostruire e il governo da demolire. Pare che torni a Roma già oggi, però, con il volo dell'alba, per non abbandonare il ring un giorno prima del gong. Perché oggi la Camera vota la fiducia alla spending review contro la quale da mesi la Lega fa barricate.
Sempre oggi, negli uffici di Montecitorio pareva che il segretario avesse appuntamento con una delle addette stampa del gruppo, Giulia Macchi, che qualche giorno fa ha ricevuto una lettera di licenziamento che la invita a fare gli scatoloni entro fine agosto, perché «si è interrotto il rapporto di fiducia». Lei, consigliere comunale nel Milanese, da sempre vicina a Umberto Bossi, non ha appigli, visto che i dipendenti dei partiti non godono dell'articolo 18, ma si dice certa che «la Lega non lascerà senza lavoro una militante 34enne». Ma lo staff di Bobo smentisce che siano mai stati fissati incontri: «La lettera è firmata dal capogruppo Gianpaolo Dozzo, non è cosa che riguardi il segretario federale».
Insomma grane, quelle romane. Che però almeno sono gratuite. In Sardegna infatti, racconta il mensile La Voce del Sarrabus, c'è un assegno da 20mila euro che aspetta la firma di Maroni per venire versato sul conto del Comune di Villaputzu, in provincia di Cagliari. In quattro anni, Bobo non avrebbe mai pagato la tariffa per ormeggiare la sua Rosie Proberp-Poo, una bialbero da 17 metri, perché «ospite illustre» della Marina di Porto Corallo, la società che gestisce lo scalo, partecipata al 100 per cento dal Comune. A svelare il retroscena è stato il sindaco Fernando Codonesu, che ha chiesto l'invio immediato della fattura all'ex ministro dell'Interno, quantomeno per quanto riguarda l'ultimo periodo, lo scorso giugno: «Mi sta simpatico, ma non è un buon motivo per non farlo pagare, anche se, a quanto mi è stato riferito, può dar lustro al nostro porto». Dice Maroni che la questione lo coglie «di sorpresa»: «In quattro anni ho sempre regolarmente pagato tutto quanto mi è stato richiesto: l'ultimo pagamento che ho fatto risale a due settimane fa ed è relativo ad una fattura di 4.010 euro per l'affitto del posto barca per il 2012». E però Francesco Todde, presidente uscente della società di gestione del porto, conferma che «è vero», Maroni non ha pagato, «ma solo per motivi di riservatezza. Sapevamo all'ultimo momento quando sarebbe arrivato e poi non ci sono stati consegnati i documenti della barca». Documenti che sarebbero stati consegnati solo al termine del mandato di Maroni al Viminale. Ora il sindaco Codonesu, che ha azzerato il Cda della Marina e che a giorni nominerà il nuovo amministratore unico, ha chiesto l'immediato invio della fattura.
È una strana estate, in casa Lega. Per dire, Bossi per la prima volta dal 1989 non trascorrerà le vacanze a Ponte di Legno, ma in un tour di comizi fra Piemonte, Lombardia e Trentino.

Con tappa simbolica, a Ferragosto, a Pontida, su quello stesso pratone che quest'anno ha invece visto saltare lo storico raduno leghista.

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