Maxi piano Ue per gli sbarchi Ma strappiamo solo promesse

Bruxelles lavorerà a fianco dell’Italia. Ma a Roma cresce la tensione sulla Bossi-Fini: la sinistra vuole cambiare il diritto d’asilo. Oggi Alfano, Barroso e Letta a Lampedusa

Maxi piano Ue per gli sbarchi Ma strappiamo solo promesse

A sei giorni dalla strage di Lampedusa, è il momento del­l’autocritica dell’Europa sul­l’immigrazione. Tutto è partito dal presidente del parlamento Europeo, Martin Shultz, che ha ammesso come è «una vergo­gna che la Ue ha lasciato così a lungo sola l’Italia». Ieri, duran­te la riunione dei ministri del­l’Interno europei, è stato deci­so che il pattugliamento Fron­tex deve cambiare e necessita di più fondi e di una totale ri­strutturazione: «Tutti gli Stati membri hanno detto che Fron­tex può essere usato in modo di­verso e può fare di più­ha com­mentato il commissario agli Af­fari Interni Cecilia Malmstrom - Dobbiamo parlare con Fron­tex, sentire ciò di cui hanno bi­sogno e poi torneremo a parla­re con gli Stati membri ».L’Euro­pa avvierà una task force con l’Italia, una grande operazione che coinvolgerà anche Spagna e Cipro, si è definito finalmente a Lussemburgo, riportando co­sì il problema immigrazione dalle coste del Mediterraneo al­l’Europa intera. «L’Italia ha ot­tenuto che Frontex cambi regi­stro e sia più efficace nella sorve­glianza della frontiera maritti­ma - conferma il ministro del­l’Interno Angelino Alfano ­«Inoltre la Commissione si oc­cuperà dei costi maggiori che af­frontiamo nel contrastare l’im­migrazione clandestina per via marittima. Soprattutto ha otte­nuto il dato di consapevolezza comune che la questione di Lampedusa e del Mediterra­neo è europea». E per la prima volta si è «aperto un varco di consapevolezza forte, un presa di coscienza da parte dei Paesi del Nord», finora i più ostili agli aiuti all’Italia.

Ma in Italia ormai il dibattito è tutto incentrato sulla riforma della legge Bossi Fini sull’immi­grazione, in particolare sulla ri­forma del diritto di asilo, quan­do in r­ealtà è stata proprio la leg­ge 189 del 2002 a definirne i prin­cipi(e non leggi di centrosini­stra) con l’istituzione di un fon­do speciale per i rifugiati. A pa­lazzo Chigi si sta già lavorando per la revisione.

Mentre in Italia, dopo il lutto per l’immensa tragedia di Lam­pedusa, si torna quindi a litiga­re, oggi voleranno insieme nel­l’isola il pre­mier Letta, il vice Alfano e il presidente della commis­sione euro­pea Josè Ma­nuel Barroso. L’invito ad al­largare il cam­po delle criti­che e delle idee a tutta la Ue è stato ri­lanciato ieri da Alfano da Lussembur­go: «Non inde­boliamo il fronte nazio­nale dividen­doci in pole­miche inter­ne ». I più solleci­ti ad accoglie­re il richiamo del presiden­te della Re­pubblica Na­politano sulla necessità di una riforma in materia di asilo sono sta­ti gli esponen­ti del Pd. Il ca­pogruppo Ro­berto Speran­za ha annun­ci­ato una pro­posta di legge «che dà final­mente com­pleta attuazione all'articolo 10 della Costituzione». In realtà fu proprio la Bossi Fini a colmare un vuoto legislativo che i gover­ni di centrosinistra non erano riusciti a riempire. La legge del 2002 firmata dagli ex ministri di centrodestra introdusse la pos­si­bilità di un riesame dell'even­tuale decisione negativa in pri­ma istanza della Commissione di asilo e introdusse la protezio­ne umanitaria per gli immigrati che necessitano di una forma di «protezione sussidiaria», per­chè in fuga da guerre o da violen­ze, con un «Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell' asilo». In questi anni l’Italia ha poi recepito tre direttive euro­pee sull’asilo. Risponde alle cri­tiche un ex ministro dell’Inter­no, Bobo Maroni: «Le normati­ve italiane ci sono e recepisco­no quelle europee, non capisco questa voglia matta di modifica­re leggi che ci sono e vanno ap­plicate ». È tutta «una fuga dalle responsabilità: la colpa è di chi non ha fatto i pattugliamenti».

L’Italia è però ora sottogli oc­chi del mondo. Il centro di Lam­pedusa è sovraffollato all’inve­rosimile e l’Alto commissariato per i rifugiati chiede «soluzioni rapide.

Gli standard di acco­glienza sono inadeguati e non conformi agli standard euro­pei ».

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