Aumenta la richiesta di prestiti per pagare dentista e ritocchino

Il microcredito sanitario va da 4 a 10mila euro. Finanziamenti più numerosi e ingenti al Nord

Aumenta la richiesta di prestiti per pagare dentista e ritocchino

Una volta si firmavano cambiali per comprare televisori e frigoriferi. Oggi si chiede un prestito, minimo 4mila, massimo 10mila euro, per pagare in nero la badante per mamma o papà, per farsi un doveroso ritocchino estetico a cui non si può proprio rinunciare o per non finire da un cavadenti senza laurea che ti storpia la bocca anziché rimetterla a posto. Doveroso, infine, l'autino economico per l'apparecchio ortodontico dei figli: ormai non si passa la vita con i denti storti.

Ai tempi della crisi, in Italia si consolida la tendenza di richiedere prestiti personali per far fronte alle spese mediche. Del resto, la sanità pubblica, a furia di tagli e rincari, è diventata una parola vuota: ticket alle stelle, tempi di attesa biblici, cure domiciliari inesistenti. Così le famiglie si indirizzano verso forme di sostegno sanitario tutte private. Il 23%, secondo l'Eurispes, chiede un prestito per pagare il conto dal dentista. E adulti e anziani ricorrono al finanziamento per far fronte a interventi irrinunciabili. Il trend è in ascesa. Da un'analisi congiunta di Facile.it e Prestiti.it emerge che le spese mediche rappresentano quasi l'1% delle 60mila richieste di prestito personale presentate da gennaio a giugno 2013.

Ma per cosa si chiede un finanziamento? Si va dai trattamenti di bellezza alle operazioni di chirurgia estetica, dagli impianti di ortodonzia per sé o per i figli alla gestione di terapie di lunga durata. La richiesta media è piuttosto elevata: siamo a circa 6.600 euro, da restituire in un periodo lungo, 56 mesi, quasi cinque anni. L'età media della richiesta è di 44 anni, in linea con le richieste standard di credito al consumo. Ma se tre volte su quattro sono gli uomini chiedere un prestito personale, quando si tratta di spese mediche anche le donne scendono in campo e rappresentano il 42% dei richiedenti. Il popolo del micro-credito a sfondo sanitario è variegato. Una domanda su due (il 53%) arriva da un dipendente privato, il 12% da un lavoratore autonomo mentre oltre il 10% da un pensionato. Lo stipendio medio dichiarato al momento della richiesta è di 1.700 euro mensile.
Le richieste più numerose le troviamo in Toscana (l'1,36%) e in Abruzzo (1,33%), mentre sono ai minimi in Puglia e in Sardegna (entrambe con lo 0,34%). Gli importi più alti vengono richiesti da regioni ricche come Piemonte (9.400 euro), Liguria (8.800 euro) e Lazio (7.800 euro), quelli più bassi al Centro-Sud: Umbria (4.500 euro) e Basilicata (4.000 euro) si trovano in fondo alla classifica nazionale.

L'entità del prestito si adegua alle tasche dei richiedenti, dunque. Ma tutti sono accomunati dalla necessità di reagire ad una vera e propria emergenza sanitaria scoppiata negli ultimi anni nel nostro Paese e acuita dalla recessione. «Si tratta di una risposta alla crisi - spiega Lorenzo Bacca, responsabile Business Unit Prestiti dei due broker online - che ha visto le famiglie italiane ridurre la spesa sanitaria in maniera drastica».
Secondo le ultime stime del Censis, infatti, ci sono 9 milioni di italiani che non hanno potuto accedere a prestazioni sanitarie più o meno essenziali per mancanza di liquidità e il 40,6% degli italiani hanno ridotto il budget per le spese mediche familiari.

Spesso adulti e anziani rinunciano a protesi, impianti e dentiere mentre evitano gli interventi non ritenuti non fondamentali o rimandabili, mentre quattro bambini su dieci che hanno bisogno di un apparecchio ai denti non possono permetterselo per motivi economici.

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