Milano - Rifarebbe tutto, anzi lo rifarà se dovesse vincere le Regionali in Lombardia. Roberto Maroni, leader leghista candidato governatore del centrodestra, è stato il ministro degli arresti record dei mafiosi. Ma anche del pacchetto-sicurezza. Delle «cosiddette ronde», dei «cosiddetti respingimenti». Cosiddetti a sinistra. La stessa sinistra che ora inciampa a Milano in un caso-choc: il console Usa che mette in guardia i concittadini sulla violenza diffusa in città.
Onorevole Maroni, Milano come il Bronx?
«Peggio del Bronx, basta guardare i dati sull'incremento pazzesco dei reati negli ultimi mesi».
Ed è colpa del sindaco Pisapia?
«La responsabilità c'è. Pisapia non solo non ha fatto, ha anche dato l'impressione di tollerare qualsiasi cosa».
Cosa non ha fatto?
«I reati come violenze, scippi, e rapine si combattono con la prevenzione. Il presidio del territorio è fondamentale. E prevede un potere di coordinamento e ordinanza dei sindaci».
Milano ha lasciato cadere le ordinanze sulla sicurezza?
«Ma il problema non è solo Pisapia. Le misure previste dal nostro governo sono state contrastate da una sinistra che ha confuso libertà e permissivismo. Parlo dei poteri di ordinanza, delle associazioni di volontari per il controllo del territorio e di altro».
Ma possiamo fare un bilancio delle cosiddette «ronde»?
«Mi hanno accusato di volere le ronde, hanno fatto una campagna feroce, ma io mi sono ispirato a una legge dell'Emilia-Romagna. Ho regolamentato qualcosa che c'era già. Prima chiunque si metteva un basco e poteva farlo. Poi quella era solo una delle misure, neanche la più importante. Ma quando prevale l'ideologia succede questo».
La sinistra è disattenta alla sicurezza per ragioni ideologiche?
«Non è disattenzione è attenzione sbagliata. Bersani dice prima gli immigrati. Ambrosoli (il candidato governatore della sinistra, ndr) si è detto d'accordo col voto agli immigrati. Ma se gli immigrati vengono prima dei cittadini italiani, i loro problemi non possono avere l'importanza che meritano».
Ma esiste un nesso fra immigrazione e sicurezza?
«Esiste perché lo confermano le statistiche. La regola invece deve essere: Sei immigrato? Hai dei diritti, ma se questo diritto non c'è più, devi tornare a casa tua».
Lei rifarebbe anche i respingimenti?
«Rifarei tutto, aggiungendo magari qualcosa. I cosiddetti respingimenti erano solo una cosa: assecondare le richieste dei Paesi di provenienza, che volevano poter venire a riprendersi gli immigrati. Abbiamo fatto tutto nel rispetto del diritto internazionale, salvando anche qualche vita. Era un deterrente straordinario».
Il Pdl propone un intervento più attivo dei Comuni sulle carte d'identità.
«Il rilascio non deve essere automatico. Questo era nel nostro pacchetto. Ma il governo Monti l'ha tolto, altra assurdità. Non posso che essere a favore. Ma presenteremo altre misure».
Ce ne dica una.
«Dobbiamo tenere fuori dal patto di stabilità le spese in sicurezza, come i sistemi di video-sorveglianza. La sicurezza è un investimento».
La Lega in Lombardia ha puntato molto su un giro di vite all'apertura di luoghi di culto sprovvisti di standard urbanistici. Confermerebbe questa impostazione?
«Assolutamente. Io ho chiuso la moschea di viale Jenner. Mi hanno accusato di violare la libertà religiosa, ma libertà deve essere esercitata nel rispetto delle regole».
Molti dicono: la 'ndrangheta è il problema, non gli scippi...
«Per un pensionato prendere una botta in testa e perdere la pensione è un dramma. La microcriminalità non è di serie B. I professionisti dell'Antimafia fanno i convegni.
Se vincesse la sinistra cosa si immagina?
«Smonterebbero tutto nel nome dell'ideologia. E se dovesse esserci un'altra primavera araba io prevedo frotte di clandestini».
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