Neanche tanti anni fa (poco più di una trentina), un cacciatore bolognese fu premiato pubblicamente per avere abbattuto un raro esemplare di aquila del Bonelli. Poi, per fortuna, vennero il Wwf, la Lipu ecc. e i rapaci non sono più considerati «nocivi», solo perché gli capita di papparsi un piccolo di fagiano. In Inghilterra, stando all'Independent che mette la notizia in prima pagina, il ministro dell'ambiente Richard Benyon, è accusato di essere amico dei guardiacaccia, visto che rifiuta di mettere fuori legge un particolare veleno usato nelle riserve di caccia per uccidere uccelli predatori protetti da una legislazione tra le più severe, in questo campo.
Benyon è un milionario latifondista e ora tutti sanno che ha interessi personali nella caccia, oltre a possedere terreni, in Gran Bretagna e Scozia, pregiati per la presenza di fagiani e galli cedroni. Il ministro ha rifiutato di proibire il possesso del carbofuran, un potente veleno ormai in disuso in agricoltura, per la sua tossicità, ma ancora acquistato dai guardiacaccia per uccidere i rapaci, potenziali predatori di fauna d'interesse venatorio. Mark Avery, della Protezione Animali inglese ha bollato il rifiuto come «allucinante» e ha chiaramente affermato che il ministro «è certamente più amico dei cacciatori che non dell'ambiente».
Il carbofuran, purtroppo ben appetito dagli uccelli rapaci, ha una potenza micidiale. Un solo granello può uccidere un'aquila reale. Due anni fa a Skibo, località scozzese, un guardiacaccia dedito a spargere il veleno, è stato trovato con 10 chilogrammi di carbofuran in cantina, sufficienti per distruggere tutti gli uccelli rapaci del Regno Unito. Parlamentari e animalisti stanno sottoponendo il ministro a un fuoco di fila per far sì che cambi idea sul divieto di possedere il carbofuran, ma Mr. Benyon sostiene che metterlo completamente fuori legge sarebbe un'esagerazione.
Questa assurda linea di difesa sta irritando anche la popolazione britannica che, sui social network, chiede di far prevalere i diritti dell'ambiente sugli interessi di Benyon. Il fenomeno della persecuzione dei rapaci non è di secondaria importanza e al governo è arrivata la richiesta di incriminare anche il possessore delle riserve di caccia, qualora il guardiano sia stato cooptato per spargere veleno antirapaci. In questo modo, il ministro stesso potrebbe andarci di mezzo. D'altronde fin da quando è stato nominato ministro dell'ambiente nel 2010, Benyon si è messo subito in luce per i suoi reali interessi.
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