«All'Orchestra del Mediterraneo presso il teatro San Carlo di Napoli è destinata la somma di 1 milione di euro per l'anno 2014» si nella legge di Stabilità 2014. Finalmente soldi anche alla cultura, e alla musica colta, e ad un'orchestra giovanile. Unico neo: non esiste. Non solo, neppure c'è un progetto. Eppure, nella Finanziaria della grande crisi, si sono trovati fondi extra Fus (cioè in spesa corrente, fuori dal Fondo unico per lo spettacolo) per l'orchestra che non c'è a Napoli, pare grazie all'interessamento di un deputato campano del gruppo Gal. Lo conferma il governo, nella risposta all'interrogazione del deputato M5S Luigi Gallo, replica attribuibile al sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu, piddina sarda. Gallo ricorda che «l'orchestra del Mediterraneo ad oggi non esiste», e che «non vi è traccia nemmeno tra i gruppi artistici in organico al Teatro di San Carlo e gestiti dalla fondazione Teatro di San Carlo di Napoli». Non solo, essendo un finanziamento diretto, slegato dalle norme che regolano le erogazioni del Fondo unico, non vale alcun criterio meritocratico. Chiede il deputato Cinque Stelle «se vi sia una prassi consolidata che permette ad alcuni enti che lavorano nello spettacolo di percepire fondi senza il controllo del Ministero» e se il governo «intenda attivarsi con ogni mezzo a disposizione, al fine di assicurare che le sovvenzioni pubbliche siano assegnate con criteri trasparenti e meritocratici». Che non sia così lo ammette il governo stesso nella risposta all'interrogazione: «Si ritiene impossibile stabilire da parte del Ministero criteri meritocratici su iniziative già individuate a priori dal legislatore come destinatarie di contributi (...)».
«I predetti finanziamenti - si legge ancora nella risposta all'interrogazione parlamentare - non sono stati al momento erogati; gli uffici preposti ai pagamenti hanno preso contatto con i soggetti destinatari dei contributi proprio con l'intento di procedimentalizzare l'assegnazione ed il pagamento dei contributi stessi, previa verifica dell'avvenuto svolgimento delle attività». Insomma si stanzia un milione di euro quando ancora non si sa quando, dove e come l'orchestra prenderà corpo veramente.
Tutto ciò mentre il San Carlo di Napoli resta nel pieno caos. A gennaio il cda del teatro si è sciolto ed è arrivato un commissario di nomina ministeriale, Michele Lignola, direttore generale di Confindustria Napoli. Sul piatto ci sono 40 milioni di debiti, con banche, enti previdenziali e fisco. A far affondare i conti della Fondazione lirica napoletana diverse voci, alcune emerse solo di recente. Come le doppie pensioni percepite da 320 ex dipendenti del San Carlo di Napoli. Un privilegio che risale al decennio '74-'84, anni d'oro in cui al teatro napoletano si istituì un fantastico, Fondo integrativo aziendale, che prevedeva appunto l'erogazione di una seconda pensione oltre a quella ordinaria. Lo scherzetto costa 2 milioni di euro all'anno alle casse del San Carlo, come ha spiegato la sovrintendente Purchia in un'intervista al Mattino. Una ballerina prende 650 euro al mese di seconda pensione, un orchestrale 750 mentre un impiegato 680 e un dirigente 1.100. Dei 320 che beneficiano del regalino 17 sono ancora in servizio, e una volta cessata l'attività anche loro avranno diritto alla pensione aggiuntiva.
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