Bamboccioni schizzinosi e ultrasinistra facinorosa, ossi duri per chiunque. Anche per il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, in tournée tra Milano e Torino che bacchetta severa e viene fischiata. Argomenti, il posto di lavoro e le pensioni, bucce di banana. Lei parla con la consueta glaciale franchezza. E dal palco milanese di Assolombarda recapita un messaggio che non mancherà di aprire il dibattito tra le nuove generazioni, soprattutto tra chi non mastica l'inglese, un vecchio cavallo di battaglia dell'ex ministro Sacconi. «I giovani non devono essere troppo choosy (esigenti, schizzinosi) nella scelta del posto di lavoro. Lo dico sempre ai miei studenti, meglio prendere la prima offerta di lavoro che capita e poi, da dentro, guardarsi intorno». Qualche fischio dalle retrovie e la faccenda sembra finire se non fosse per la rivolta su Twitter («Stay hungry. Stay foolish. Stay choosy») e il rimprovero via web di Famiglia Cristiana.
Da Milano, la Fornero si sposta, poi, a Nichelino, vicino Torino, per un dibattito sulle pensioni organizzato presso il centro anziani «Nicola Grosa». Tra il pubblico un gruppetto di sindacalisti del Cobas e qualche militante di Rifondazione l'aspettano al varco per troncarle l'intervento. Lei cerca di resistere, e poi capitola: «Basta, mi si sta negando il diritto di parola. Nei mesi scorsi ho incontrato un migliaio di lavoratori dell'Alenia, non la pensavano certo come me, ma mi hanno ascoltata con rispetto. Posso sopportare tutto, non la prepotenza». E quando annuncia di volersene andare, si scatena la bagarre. Ma Elsa non si deprime di certo: «Hanno perso un'occasione, non pensate che questo m'intimorisca. Ho avuto la possibilità di spiegare agli studenti che cosa sono gli incontri democratici. Mi sembra che lo abbiano capito». In serata l'argomento delle scelte dei giovani viene ripreso per una precisazione: «Non ho mai detto - sostiene il ministro - che i giovani italiani sono schizzinosi. Sono disposti a qualunque lavoro. Poteva capitare in passato, quando il mercato del lavoro consentiva cose diverse, oggi i giovani italiani non sono nella condizione di essere schizzinosi, tant'è che oggi sono precari». Diretto al limite del provocatorio, il ministro, anche quando parla di Cgil e del comizio del 14 novembre.
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