Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1 ora senatore del Pdl, rischia il rinvio a giudizio per aver tolto la collega Tiziana Ferrario dalla conduzione del telegiornale delle 20. È un «abuso d'ufficio» per il pm Sergio Colaiocco; ora deciderà il gip Rosalba Liso. Alla Ferrario non è bastato trascinare Minzolini davanti a un giudice del lavoro: non avendo ottenuto ciò che si aspettava (non è stata reintegrata alla conduzione), ha aperto una causa penale. Un caso senza precedenti. «E pensare - osserva sconsolato Minzo - che prima di arrivare al Tg1 non avevo mai avuto che fare con giudici e avvocati».
«Stabilire le mansioni di ogni giornalista» è «competenza specifica ed esclusiva del direttore»: così dice l'articolo 6 del contratto di lavoro giornalistico. Valido per tutti i direttori, tranne Minzolini. Il quale guidò il Tg1 dal 2009 al 2011. Nel 2010 avvicendò alcuni conduttori: «La collega in questione era in video da 28 anni - racconta -. Le proposi alternative prestigiose: super-inviato sui grandi eventi o la sede di corrispondenza da New York, dov'era stato anche un ex direttore del Tg1, Giulio Borrelli. Lei rifiutò per motivi personali».
L'avvicendamento scattò ugualmente. Ferrario e altri buttarono la faccenda in politica: una rappresaglia, dissero, per il dissenso su certe scelte del direttore. Tesi tutta da dimostrare ma sposata integralmente dal pm Colaiocco. Minzolini è accusato di aver «emarginato la Ferrario dall'attività della redazione Esteri» per aver aderito «alle proteste espresse dal cdr per assenza di indipendenza della linea del direttore» e di averla poi sostituita quando lei rifiutò «di aderire a un documento di sostegno della linea editoriale» di Minzolini. Ed ecco il doppio attacco giudiziario: causa di lavoro e processo penale. Abuso d'ufficio, come se il direttore di un tg Rai fosse un sindaco o un pubblico ufficiale. «Assurdo, sconcertante, per usare un eufemismo - dice Minzolini -. Ormai in Italia ogni vicenda, se le si attribuisce un minimo sfondo politico, finisce in un tribunale. Ma le mie furono decisioni professionali, non politiche, tant'è vero che i conduttori scelti da me sono stati confermati dal nuovo direttore del Tg1. Più di recente la Rai ha posto un'alternativa secca ai conduttori che avevano anche un ruolo di responsabilità: o il video o la line redazionale. Alcuni, come Francesco Giorgino, hanno scelto la conduzione; altri hanno preferito la line, come il vicedirettore Susanna Petruni. Attilio Romita è stato mandato a dirigere una sede regionale. La collega era in video da 28 anni: Bruno Vespa ha letto il Tg1 per 7 anni e Paolo Frajese per 10. La conduzione è una mansione affidata dal direttore, non un incarico a vita».
«Quando arrivai al Tg1 - ricorda Minzolini - feci assumere 18 precari storici. Non li avevo scelti io ma tanti direttori prima di me, da Lerner a Riotta, da Mimun a Borrelli. Volevo un ringiovanimento nel tg e nei suoi volti, che doveva partire dai giornalisti con maggiore anzianità. Bisognava rinnovare, l'età media dei nostri telespettatori era di 62 anni. Alla collega sono stati offerti miglioramenti e promozioni, la sua carriera non sarebbe stata danneggiata in alcun modo».
Abuso d'ufficio per un direttore Rai: una novità che si aggiunge alle condanne al carcere inflitte o minacciate ad altri direttori come Alessandro Sallusti (del Giornale) o Giorgio Mulè (Panorama). Sarà un caso, sono tutti giornalisti vicini al centrodestra. E non troppo graditi ai magistrati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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