«Noi siamo le sentinelle anti-tasse: siamo quelli che hanno impedito l'aumento dell'Imu e su questa strada non ci sarà un ritorno indietro». Angelino Alfano, tornato da Lampedusa dove ha accompagnato nella sua visita, Josè Manuel Barroso, riunisce nella sala stampa di Palazzo Chigi la compagine di governo del Pdl. E detta la sua promessa. Un impegno che prende forma in serata quando, svelata la «manovrina» correttiva varata al termine del Consiglio dei ministri per riportare il tetto del deficit sotto il 3% del Pil, si scopre che effettivamente il testo non contiene nuove accise ma è coperta da tagli di spesa.
La conferenza stampa, preparata da giorni, ha come obiettivo quello di rivendicare l'azione ministeriale e smentire le accuse di «intelligenza con il nemico», spiegando le ragioni per cui è necessario assicurare una prospettiva di lunga durata al governo. Il tentativo è quello di ricucire lo strappo in atto nel partito, ammorbidire la contrapposizione ancora non risolta tra chi, come Raffaele Fitto e i suoi «lealisti», ritiene inevitabile un congresso e chi come gli alfaniani invita a evitare lacerazioni attraverso una conta interna. «Con Berlusconi c'è un vincolo affettivo mai venuto meno» spiega Alfano. «Noi non siamo qui per parlare di regole interne al Pdl ma per ribadire che il nostro scopo è tenere unito il partito. Per questo dovremo tutti nei prossimi giorni abbassare i toni per raggiungere l'obiettivo di una unità sostanziale». Quanto all'ipotesi congresso: «Faremo insieme le scelte che riterremo giusto fare».
Alfano, affiancato da Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin, Gaetano Quagliariello e Nunzia De Girolamo, spiega che «il nostro futuro, la nostra prospettiva non sono le larghe intese ma un largo successo, la nostra prospettiva non è un piccolo centro ma un grande centrodestra». Detto questo all'interno delle larghe intese «abbiamo realizzato leggi importantissime» e «molto resta da fare». Ad ascoltare la conferenza stampa, mescolati tra i giornalisti, una ventina di deputati, tra cui Fabrizio Cicchitto, Salvatore Cicu, Rosanna Scopelliti, Laura Ravetto, Gabriella Giammanco, Elio Vito, Giorgio Lainati, Piero Longo, Jole Santelli, Annagrazia Calabria, Giorgio Lainati, Raffaello Vignali, Sergio Pizzolante, Eugenia Roccella e anche una fedelissima di Berlusconi come la senatrice Maria Rosaria Rossi.
La loro presenza è legata anche a una convocazione arrivata via sms dal capogruppo Renato Brunetta. Un messaggino inviato ai deputati per invitarli a partecipare alla conferenza stampa. Un invito che semina qualche malumore nella componente «lealista» perché considerato come strumento per una «conta interna». Fatto sta che a Palazzo Chigi si presentano in pochi, anche per la mancanza di spazio e per le concomitanti dichiarazioni di voto in aula. I ministri ricevono anche una stoccata da parte di Sandro Bondi che giudica «incomprensibile e paradossale la conferenza stampa». «Francamente, e lo dico senza spirito polemico, non riesco a comprendere il senso di una conferenza stampa, da cui emerge solo una rivendicazione, senz'altro legittima e in parte condivisibile, dei risultati conseguiti dalla nostra delegazione ministeriale». Alfano risponde senza scomporsi. «Questa conferenza ha lo scopo di affermare che ha avuto un senso stare in questo governo perché abbiamo realizzato obiettivi importanti, coerentemente con il programma del Pdl». In realtà il segretario avrà già sabato un'occasione per entrare nel merito della disfida interna.
Alfano, infatti, parteciperà a un convegno-confronto organizzato a Prato dai «Formattatori» di Alessandro Cattaneo. E qui, salvo defezioni, avrà modo di confrontarsi direttamente con Denis Verdini. Ma anche con il «super-fittiano» sindaco di Lecce, Paolo Perrone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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