RomaMontezemolo scalda i motori e, sebbene dal suo entourage si tenda a minimizzare, non è detto che presto ingrani la prima. Quando? Si ventila una data simbolica: 14 luglio. Quel giorno di duecentoventitré anni fa è diventato licona della Rivoluzione francese; il prossimo 14 luglio, un sabato, potrebbe diventare una tappa verso unaltra rivoluzione liberale. Nessuno di ItaliaFutura avalla laccostamento storico, preferendo rimanere sottocoperta ma il loro messaggio politico è chiaro: giù le tasse tagliando davvero i costi dello Stato. Di fatto la rivoluzione liberale che Berlusconi aveva in mente nel 1994 e che non è riuscito a compiere in toto. ItaliaFutura si riunirà a Roma, ufficialmente «per fare il punto della situazione. Per dirci dove siamo arrivati e dove vogliamo arrivare». Le attese sono molte ma dal think tank di Montezemolo la parola dordine è cautela: «Sarà un incontro privato e non ci sarà nessun roboante annuncio. Nessuna adunata oceanica o bagno di folla». Ma lassociazione è pronta a cambiare pelle. Convegno, più che convention, per diventare qualcosa di più di un «pensatoio» e qualcosa di meno di un «partito». Un insieme di persone della società civile unite da uno slogan: restituire le tasse a chi le ha sempre pagate. Si parlerà di programmi, di idee, di volti nuovi; e non è escluso che in quelloccasione possa arrivare la dichiarazione ufficiale della discesa in campo del patron della Ferrari.
Il quale, tirato in ballo sabato scorso in un editoriale di Pierluigi Battista sul Corsera, al quotidiano di via Solferino ha risposto ieri con una lunga lettera. «Noi al voto nel 2013? Possibile», il titolo del suo articolato intervento. Battista, in soldoni, chiedeva a Montezemolo: scendi in campo o no? E se sì per fare cosa? E se sì assieme a chi? E Montezemolo ha risposto. «Innanzitutto ItaliaFutura non è un partito ma unassociazione che dà spazio a idee e persone nuove». La premessa è che «la Seconda Repubblica ha fallito» e che la sua associazione «non vuole parlare di contenitori ma di contenuti, non di alleanze ma di idee, non di leadership individuali ma di ricambio della classe dirigente». Poi lannuncio: «ItaliaFutura potrebbe presentarsi alle elezioni del 2013». Con chi resta il mistero: «Non siamo interessati ad alleanze gattopardesche» anche se «Sappiamo con certezza in quale campo militiamo». Di certo non a sinistra perché la chiave di volta del programma politico è limpida: «Ridurre la pressione fiscale tagliando la spesa pubblica è la prima condizione per qualsiasi credibile progetto per lItalia». E ancora: «Lo Stato, oggi debole ma pervasivo, deve ridurre radicalmente il perimetro della propria presenza, dismettendo e tagliando tutto ciò che non rientra nelle sue funzioni fondamentali, per consentire alliniziativa individuale di rimettere in moto il Paese». Ovviamente musica per le orecchie dei moderati italiani, in cerca di una casa dopo il sisma che ha travolto il Pdl.
Molte le similitudini con il messaggio forte di Forza Italia del 1994. «Il dna di ItaliaFutura è senza alcun dubbio di centrodestra», ammette un deputato del Pdl che smentisce la tesi secondo cui molti pidiellini valutino la sua discesa in campo come «unopa ostile nei confronti del partito di Alfano». Sarà quindi Montezemolo a prendere la staffetta del Cavaliere? Per ora il capo della Ferrari resta ai box. Molto dipenderà dal momento, dalla legge elettorale e, nessuno lo dice, dai sondaggi. Montezemolo si porterebbe in dote un 20/24 per cento dellelettorato assolutamente composito. E molto dipenderà a chi chiederà labbraccio.
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