Roma - Solidarietà esplicita a Equitalia e all’Agenzia delle entrate e mano tesa ai contribuenti tartassati, con la promessa di accelerare alcune misure che servono a dare sollievo a chi si trova in difficoltà. Poi la conferma ufficiosa che sarà ridotto l’aggio sulle cartelle. La visita del premier Mario Monti all’agenzia di riscossione ha seguito una regia che non può essere casuale. Il sostegno alle strutture guidate da Attilio Befera è «incondizionato» così come la condanna degli atti violenti contro i dipendenti e le sedi del fisco. Condanna che si estende anche a chi cerca di cavalcare il malcontento: «Bisogna porre molta attenzione alle parole che si utilizzano» perché - ha detto Monti citando Carlo Levi - «le parole sono pietre e, purtroppo, nel clima difficile che sta attraversando il nostro paese» possono indurre a «inaccettabili atti violenti».
Poi, però, da palazzo Chigi, al termine del breve incontro, filtra l’elenco delle misure a favore dei contribuenti, alcune già prese dal governo e altre in dirittura di arrivo. In particolare il ritorno di quella sui «fallimenti individuali» che permette la ristrutturazione del debito con il fisco attraverso la rateizzazione e il congelamento dei pignoramenti.
Misura studiata per chi si trova in difficoltà serie, ad esempio divorziati che non riescono a fare fronte alle spese e ai debiti. Poi «strutture» dell’amministrazione pubblica «per valutare singoli casi». Un modo per ovviare alla rigidità del fisco italiano, incapace di fare differenze tra il contribuente che sbaglia e l’evasore cronico. Monti ha ricordato anche che da marzo Equitalia ha innalzato da 5.000 a 20mila euro la soglia per la rateizzazione. Ed è stata portata a 20mila euro dai precedenti 8.000, la soglia oltre la quale si può iscrivere un’ipoteca.
Il premier ha scelto anche di fare filtrare (e quindi conferma ufficialmente) un’altra misura che fino a mercoledì era un’indiscrezione giornalistica: tempi più brevi per la riduzione dell’aggio a favore della società di riscossione. Il taglio era già stato deciso, ma è stato quantificato e anticipato. La quota di somme iscritte al ruolo che va a chi riscuote passerà dal 9 al 7%. Cartelle un po’ meno pesanti, quindi, e anche meno soldi per Equitalia. Notizia data direttamente ai vertici dell’agenzia durante la visita, mentre la Camera approvava un’altra misura pro contribuente: un ordine del giorno (favorevole il governo) che prevede la moratoria di un anno sui debiti tributari delle imprese in difficoltà identificate da Equitalia.
Misure che possono, al massimo, dare sollievo, ma non intaccano l’anomalia di una pressione fiscale intollerabile. Per abbatterla, ha spiegato il premier, prima dovrà praticamente scomparire l’evasione. «Pagare le tasse è un dovere, poi possiamo e dobbiamo discutere su come ridurre la pressione fiscale». Di suo, lo stato, ci mette la ricerca di «un nuovo rapporto tra il cittadino e il fisco dove il fisco deve diventare sempre più efficace e sempre meno intrusivo. Un’operazione che ci vede tutti impegnati a rendere le tasse accettabili». Non a tagliarle, quindi. Mercoledì il Fondo monetario internazionale ha indicato in un calo della pressione fiscale, finanziato con il taglio delle spese, l’unico modo per combattere l’evasione. Monti, alla conferenza stampa con i membri della missione italiana dell’Fmi, non ha raccolto l’invito e ha evitato il tema. Segno che non ci sono le condizioni per annunciare un taglio nemmeno nel medio periodo. E che i 12,7 miliardi di tasse evase e recuperate nel 2011 difficilmente avranno una destinazione diversa dal miglioramento dei saldi.
Nel breve incontro Monti-Equitalia, il direttore dell’Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia Attilio Befera, ha incassato l’incoraggiamento. «Il nostro è un lavoro difficile e ingrato. Averla qui oggi con noi - ha detto rivolto al premier - ci è di incoraggiamento e rafforza la motivazione a proseguire, con il massimo impegno, nell’adempimento del nostro dovere, consapevoli che lavoriamo nell’interesse di tutta la nazione». Nei giorni scorsi indiscrezioni davano i vertici di Equitalia irritati dall’atteggiamento troppo tiepido da parte della politica e del governo. La solidarietà incondizionata del premier è stata quindi apprezzata. Tanto da fare digerire anche la riduzione dell’aggio.
Quando il clima sia ancora teso lo dimostra l’allarme scattato ieri per una busta consegnata alla sede Equitalia di Lanciano (Chieti). Perdeva polvere da un’apertura. I dipendenti sono rimasti bloccati per quattro ore e sono stati sottoposti a esami medici. La busta è stata portata via dai vigili del fuoco e dovrà essere analizzata.
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