I demoni. Quei demoni che hanno spento il talento di artisti leggendari come Amy Winehouse e Michael Jackson. «Voglio liberarmi dai miei demoni» dice ora Marco Castoldi, in arte Morgan, quarant'anni da sempre sull'orlo del precipizio. L'hanno portato venerdì mattina in ospedale, al San Gerardo di Monza, dipartimento di Salute mentale: era molto agitato e il tamtam dell'informazione parla di abuso di farmaci. Una formula che copre le inquietudini e i drammi di un musicista tutto eccessi e contraddizioni: «Pare fosse confuso e aggressivo - twitta la blogger Selvaggia Lucarelli, la prima a dare la notizia - e sembra che il ricovero sia stato difficile». La memoria corre al novembre 2010 quando Morgan fu sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio. Allora i giornali scrissero: «Morgan dà in escandescenze e viene portato in ospedale». Oggi, a quanto pare, Morgan, in condizioni precarie, avrebbe subito un altro Tso.
Lui, sul suo sito, prova a dare una direzione positiva a quel che sta accadendo: «Marco Castoldi, meglio conosciuto come Morgan, ha deciso di liberarsi dai suoi demoni e chiede di farlo senza essere, per l'ennesima volta, insultato, denigrato, deriso e strumentalizzato». Troppo facile, pare dire Morgan dal suo letto, sovrapporre all'artista maledetto la sua vita tutta scompensi, senza ammortizzare l'assalto con un briciolo di rispetto e di pietà. Il problema è che è stato Morgan stesso, in passato, ad alimentare il mito insano dell'uomo fuori da tutti gli schemi e dentro tutte le trasgressioni. Come se l'esistenza fosse una clip riempita da quei demoni che ora danzano nei corridoi del San Gerardo. Nel 2010 era arrivato ad affermare in un'intervista: «Io non uso la cocaina per lo sballo. A me lo sballo non interessa. La uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo». Facendo intendere che lui si riempiva di crack tutti i giorni.
Morgan aveva pagato un prezzo salato: era stato estromesso dal festival di Sanremo, pur tentando una tardiva retromarcia e smentendo il contenuto di quell'articolo; poi era stata messa a soqquadro la stanza degli affetti più intimi: Asia Argento, da cui aveva avuto una figlia, aveva provato sconvolta ad estrometterlo dal perimetro della piccola Anna Lou. Per fortuna, grazie all'intervento paziente dell'avvocato Giampaolo Cicconi, si era arrivati ad un accordo. Ma gli equilibri di casa Morgan sono fragili. La discesa agli inferi è ricominciata e ora si è fermata di nuovo, con una sosta al San Gerardo. Troppi divi, popolari come lo è lui anche grazie al talent «X Factor», hanno avuto carriere fulminanti ma sono stati fulminati dalle droghe, dalla cocaina, dal crack, dai farmaci utilizzati per tamponare le crisi, le ansie, le astinenze che arrivano addosso a folate. Troppi divi hanno annegato il loro talento in quel gorgo, come l'avrebbe chiamato Cesare Pavese. Lui, sul suo sito, insiste cercando finalmente di proteggersi: «É necessario avere l'intelligenza per capire che non si può speculare sullo stato di salute di un uomo che ama la vita e che, per tornare a vivere, ha deciso di prendersi cura di se stesso».
Morgan ci prova. La vita reale e la paternità, prima Anna Lou e ora Lara avuta dalla nuova fidanzata Jessica Mazzoli, contro i demoni che lo spingono giù. I suoi fan, numerosissimi, fanno il tifo per lui. E sperano che si tratti di una scivolata.
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