Estate. Dovrebbe essere la loro stagione magica. Niente scuola, niente levatacce del mattino, novanta giorni spensierati da vivere. Invece, è proprio d'estate che si contano tante, troppe piccole vittime. Le loro storie legate ad un destino assurdo. Come quella di ieri che ci arriva da Gironda, Francia. Una bambina italiana è morta in spiaggia soffocata da una buca, profonda un metro e venti, che lei stessa aveva scavato per ore. Inutile l'allarme lanciato dai bagnanti dopo che si sono accorti che la ragazzina era stata sepolta dalla sabbia, a testa in giù. Lei è morta per asfissia a soli 12 anni per un gioco innocente che si è trasformato in una trappola mortale. Un altro ragazzino italiano di 10 anni due anni fa morì esattamente per lo stesso motivo. Si era infilato in una specie di pozzo pericolante che aveva scavato insieme ad altri amichetti sulla spiaggia alle Canarie. E la sabbia lo aveva coperto all'improvviso e intrappolato schiacciandogli la cassa toracica e provocandogli in pochi minuti un infarto.
Notizie che lasciano senza fiato. Che ti invogliano a raccomandare prudenza, a invocare tanta attenzione da parte dei genitori. Ma a volte neppure l'allerta massimo può bastare. C'è anche una buona dose di sfortuna a perseguitare tante altre piccole vittime. Come quel bambino di otto anni morto, pochi giorni fa in tamponamento avvenuto in un parcheggio in Francia mentre andava con la famiglia a Eurodisney. E che dire del ragazzino di sette anni di San Savino? Lui era controllato a vista dalle insegnanti che avevano portato gli alunni della scuola elementare Boccaccio di Firenze in una piscina. Ce lo immaginiamo contento e sorridente assieme agli altri ragazzini mentre nuota, vola nell'acqua come un piccolo angelo. Poi un tonfo sordo. E il silenzio lo avvolge. La sua testa sbatte probabilmente contro una parete oppure il fondo. E tutto per uno stupido tuffo. Di quelli che se ne vedono tanti, che fanno sorridere i genitori che dicono «guarda com'è diventato bravo a nuotare il mio bambino». Ma qui non c'è niente da ridere. Il piccolo è andato subito in arresto cardiaco ed è finito in coma all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Nella stessa piscina, tra l'altro, un altro ragazzino di 10 anni è morto due anni fa, in seguito alle ferite riportate sempre dopo un tuffo. E per restare a Firenze, dobbiamo ricordare Franco Lori, di soli undici anni, spirato a giugno dopo che il suo cuore aveva ceduto durante un'escursione lunga e assolata sul monte Calvana.
Le tragedie estive a danno dei bambini si susseguono, non danno tregua, a volte agevolate anche da genitori troppo distratti. Come quel papà di Novara che una domenica sera di agosto non ha seguito abbastanza il suo bambino di due anni e mezzo, che è caduto nella piscina di casa diventando cianotico dopo alcuni minuti. Solo grazie all'intervento del vicino di casa, un medico, il piccolo è ancora vivo. Dramma sfiorato, evento indimenticabile. E sensi di colpa incancellabili. Come quelli che attanagliano la mamma di Empoli che ha lasciato solo a casa il suo bambino di soli quattro anni per andare a fare compere. Il piccino è caduto da una finestra del secondo piano ed è stato salvato dai passanti: dopo aver visto quel corpicino aggrappato ad una tenda penzolare nel vuoto, hanno organizzato un atterraggio di emergenza con alcuni cartoni andato a lieto fine.
Anche i bambini di pochi mesi, che avrebbero bisogno di tutte le cure del mondo, sono vittime di tragiche fatalità. A Foligno,un neonato di neppure un anno è precipitato da una finestra aperta del quarto piano. Si sarebbe arrampicato sul lettino per poi finire giù come un sacco vuoto, mentre la madre era impegnata a fare dell'altro e il padre dormiva.
Ancora distrazioni, ancora una piccola vittima. Questa volta a Forlì, dove un bambino di otto anni è finito affogato in una vasca di liquami nell'azienda agricola di famiglia a Forlì alle nove di sera.
L'elenco delle piccole vittime è lungo. E l'estate non è ancora finita.
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